A seguito delle riunioni unitarie dei giorni scorsi, le Federazioni dei gestori, che avevano assunto al centro della discussione il forte e penalizzante differenziale self e servito praticato da compagnie e retisti, hanno deciso di proclamare una nuova forma di sciopero, quella sulla modalità del servito.
In sostanza si tratta di una nuova protesta che non prevede la chiusura degli impianti, che dunque restano aperti al pubblico e ai rifornimenti nella modalità self. In questo modo, i gestori, pur restando sul punto vendita, non erogano carburante nelle isole e corsie servite come forma di protesta o di sciopero bianco verso le politiche sia delle compagnie che dei retisti, che applicano differenziali che in alcuni casi decuplicano il margine riconosciuto ai gestori.
Tale differenziale, mediamente di 300 € KL, ma con punte di 4-500 €KL, deprime il servizio, allontana i clienti, vanifica il lavoro dei gestori alla fidelizzazione e saccheggia le potenzialità delle gestioni, che trovano nel servito i margini operativi per la redditività delle aree di servizio.
Il differenziale self/servito praticatolo da compagnie e retisti risponde unicamente a logiche speculative e ad estromettere il gestore dalla centralità della gestione del punto vendita, con il risultato di disincentivare gli automobilisti dal servizio.
Il livello di differenziale praticato, nonostante la retorica sulla competitività, è stabilmente attestato su medie elevate e mette a rischio la tenuta delle gestioni.
Il dato di fondo è che il prezzo self è ad oggi già pienamente remunerativo per l’industria petrolifera, avendovi già implementato i costi industriali e di trasporto del prodotto; in una logica di mercato concorrenziale compagnie e retisti dovrebbero sovraccaricare sul servito al massimo il costo del servizio del gestore come previsto dagli Accordi. Ed invece si giunge a decuplicare tali margini, inseguendo una finalità sempre più speculativa e finanziaria, a danno dei gestori che quei prezzi li devono praticare ai consumatori finali che scandalizzati non si spiegano tale differenza di prezzo, immaginando anche furbizie da parte del gestore.
Tutto questo impoverisce la redditività dei punti vendita, comprime il margine medio dei gestori mentre crescono le spese di gestione. E’ evidente che è una situazione insostenibile in cui le compagnie e i retisti, facendo leva sulla propria forza contrattuale impongono prezzi utili solo ai propri fini speculativi, facendo guadagni miliardari, saccheggiando la remuneratività del lavoro dei gestori, in forza dell’abuso di posizione dominante.
Faib Fegica e Figisc hanno quindi assunto questa iniziativa di protesta contro i padroni della rete denunciando pubblicamente questa colossale speculazione a danno dei consumatori e dei gestori stessi.
Dal 1° maggio dunque sarà sospeso il servizio sulla rete fintantoché le Aziende ed i titolari non accoglieranno le richieste della Categoria- aumento significativo dei margini per recuperare la sostenibilità economica degli impianti; cancellazione dei contratti atipici e contro Legge; significativa riduzione del differenziale di prezzo fra servito e self che penalizza margini ed erogati.
pubblichiamo il documento delle Federazioni di protesta contro le politiche di pricing delle aziende.