I gestori confermano lo stato di agitazione degli impianti di distribuzione carburanti, sia sulla rete ordinaria che su quella autostradale, la cui articolazione sarà successivamente definita per evitare di aggravare l’attuale stato di forti tensioni e disagio sociale.
E’ la decisione assunta dal Coordinamento Nazionale Unitario dei gestori di Faib Confesercenti e di Fegica Cisl – si legge in una nota – per denunciare la mancata liberalizzazione della distribuzione carburanti da parte del Governo e sostenere il Parlamento a varare una vera riforma per liberare il settore dal controllo assoluto dei monopolisti petroliferi e consentire prezzi dei carburanti più bassi su tutta la rete distributiva.
Tutte le “buone intenzioni” che il Governo aveva esibito, pubblicamente e a più riprese, si sono malamente infrante di fronte alla potente lobby dei petrolieri a cui, nei fatti, viene persino concesso di regolare i conti con una intera categoria di lavoratori che ha “osato” mettere in pericolo privilegi e rendite di posizione.
Il decreto del Governo – su cui continuano correzioni e aggiustamenti, conseguenti a trattative imperscrutabili – non solo non liberalizza il settore dei carburanti e ne conferma i vincoli che ingessano forniture e prezzi, ma “autorizza” le compagnie petrolifere a saltare la mediazione della contrattazione collettiva nella fissazione del margine dei gestori e a cacciarli dai loro impianti per sostituirli con le macchinette self service, aperte per 24 ore al giorno.
Ma non sono solo i petrolieri a ringraziare questo Governo.
Nascosta nelle pieghe del decreto c’è anche la cancellazione della norma che imponeva alle banche, dal 1° gennaio di quest’anno, di eliminare costi e commissioni per gestori ed automobilisti, sui pagamenti dei rifornimenti di carburante con bancomat e carte di credito: una misura che – è bene ricordarlo – era stata assunta per ragioni di sicurezza e solo dopo l’altissimo tributo di sangue che i gestori hanno dovuto versare a difesa di incassi sui quali trattengono appena il 2%!
Ma la categoria – continua la nota del Coordinamento Unitario – pur manifestando il massimo rispetto per i motivi che spingono altri lavoratori ed altre categorie a scelte differenti, intende attuare la propria protesta con ragionevolezza, ricercando la possibilità concreta che, prima della conversione in legge del provvedimento, possano essere recepite le giuste modifiche e a beneficiarne siano prima di tutto i cittadini.
Per questo – conclude la nota – Faib e Fegica, confermando lo stato di agitazione, decidono di articolare la calendarizzazione delle iniziative anche in funzione delle modifiche che il Parlamento intenderà apportare durante l’iter di conversione in legge del decreto ancora non pubblicato, riservandosi di indire iniziative di sciopero.