Vai al contenuto
Home » Reggio Emilia: Resoconto del Comitato di Colore interprovinciale Italiana Petroli

Reggio Emilia: Resoconto del Comitato di Colore interprovinciale Italiana Petroli

Mercoledì 13 febbraio 2019 si è tenuto presso la sede Confesercenti di Reggio Emilia il Comitato di Colore Italiana Petroli allargato alle province di Reggio Emilia, Modena e Parma.

Presenti all’incontro Alessandro Salati, Presidente Faib Reggio Emilia e Coordinatore di Colore IP Emilia-Romagna, Franco Giberti Presidente Faib Modena, Michele Rosati Coordinatore Faib Emilia-Romagna, Marco Poggi, Coordinatore Faib Modena, Lorenzo Reggiani Coordinatore Faib Reggio Emilia.

All’ordine del giorno una serie di problemi nei rapporti con la compagnia che da anni, non solo persistono, ma continuano progressivamente a peggiorare, nonostante a parole Italiana Petroli dichiari di voler mantenere centrale la figura del gestori sui propri impianti.

I problemi più preoccupanti rilevati dall’assemblea dei gestori riguardano la connettività, il sistema di conguagli, i costi delle carte petrolifere, il mancato o parziale pagamento dei cali di giacenza, le manutenzioni in ritardo e spesso incomplete, un margine sul servito sproporzionato a favore della compagnia, una campagna punti costosa e poco appetibile e, non da ultimo, la mancata competitività sul territorio.

Si è voluto rimarcare, a fronte dell’articolo uscito su Gestori Carburante, che le Associazioni Sindacali sono sempre state estranee e contrarie a qualsiasi contrattazione “one to one“ ed in particolare con “l’Azione Promozionale” che con prepotenza Italiana Petroli ha presentato al gestore come unica soluzione per garantirsi un prezzo competitivo.

Nella realtà, di promozionale non c’è un nulla, le vendite si sono abbassate con l’aggravante che le gestioni fanno da banca alla compagnia in un sistema confuso e non regolamentato.

La ragione di molti di questi problemi sono stati imputati alla situazione e alla confusione generatasi a seguito della fusione tra Totalerg e IP.

Può essere, rimane però il fatto che queste problematiche continuano a peggiorare, rendendo estremante difficile l’attività del gestore e pressoché impossibile una corretta e oculata gestione finanziaria del conto economico delle gestioni esponendo, nei casi più gravi, il gestore al rischio di dover chiudere la propria attività a causa della mancanza di liquidità necessaria per poter proseguire l’attività.

Il problema principale, quello più cogente, è quello della totale mancanza di trasparenza e controllo sulla fatturazione e sui conguagli periodici di quei gestori che hanno sottoscritto l’azione promozionale.

Di fatto oggi a fronte di una politica di prezzo assolutamente insufficiente e poco competitiva i gestori dell’Area Più si trovano di fronte a conguagli impossibili da decifrare che come unico effetto visibile hanno quello di permettere alla compagnia di eliminare l’eventuale overprice garantito dagli accordi economici.

Per non parlare poi delle incongruenze notevoli sui costi di gestione delle carte petrolifere ormai giunti a livelli insopportabili a fronte di un margine sul self che non garantisce il rientro delle spese sempre maggiori.

É quindi emerso come oggi il primo obiettivo non sia l’incremento dei litri venduti tramite discutibili politiche di sconto alla pompa, ma l’incremento di una marginalità che permetta di aumentare la redditività degli impianti e, cosa fondamentale, la liquidità di cassa.

Per poter operare al fine di migliorare il proprio conto economico i gestori di colore IP hanno deciso di inviare immediatamente una Pec all’Italiana Petroli per disdire l’azione promozionale e la connettività in modo da riappropriarsi della verifica puntuale dei prezzi e del proprio overprice.

I gestori chiedono alla Faib Nazionale di farsi interprete della propria protesta in sede di tavoli negoziali con la Compagnia al fine di ricondurre i rapporti tra quest’ultima e le proprie gestioni nell’alveo di una corretta dialettica sindacale.

In caso contrario si dicono disponibili a valutare altre opzioni di protesta, tra cui, non viene escluso l’uso dello sciopero di colore da attuare anche e solo a livello regionale.