L’articolo 28 della manovra è stato al centro, ieri, della giornata d’apertura di Oil&NonOil, la fiera in programma fino ad oggi alla Mostra D’oltremare di Napoli.
A confrontarsi sull’argomento gestori e retisti moderati dal direttore di Staffetta Quotidiana Goffredo Galeazzi. Al confronto sono mancate due importanti voci l’Unione petrolifera e il Governo che ha mancato l’occasione per spiegare agli operatori presenti in Fiera le ragioni che hanno originato il recente intervento che i gestori hanno ribattezzato “ controriforma”
Dal confronto è emerso un giudizio poco lusinghiero per la norma varata con l’art 28 della legge 111/2011, che a commento unanime non può essere definito una “riforma” e si caratterizza per la poca trasparenza.
Dal dibattito è emersa la convinzione che il settore deve saper guardare avanti ma nel rispetto di norme che possano garantire uguali opportunità per tutti. E poi, la consapevolezza che, se gli operatori non iniziano a guardare nel lungo termine, prima o poi andranno “tutti alla deriva”.
Tra gli interventi che si sono susseguiti al tavolo, quello di apertura del presidente della Faib, Martino Landi che ha espresso particolare preoccupazione per la parte relativa al self pre-pay e al non-oil. Nel suo intervento Landi ha osservato che “Innanzitutto l’utilizzo del sel pre pay durante l’orario di apertura è una contraddizione in termine con il concetto stesso di area di servizio. Il 14 settembre 2010 avevamo revocato lo sciopero perché venne riformulato l’articolo 28 (Principi in materia di rete distributiva di carburanti) e soppresso il comma 2 che di fatto apriva incondizionatamente ai ghost puri sia per i nuovi impianti che per quelli esistenti. Nella nuova versione questo aspetto viene ulteriormente peggiorato perchè l’uso del self pre-pay durante l’orario di apertura è consentito solo se è garantita la presenza del gestore, aprendo di fatto ad una terza modalità di vendita dove le compagnie, con le loro politiche commerciali, applicheranno dei prezzi civetta che metteranno in concorrenza il gestore con se stesso, riducendolo a mero guardiano dell’impianto, ma con a carico tutti gli oneri della distribuzione (diritti camerali, costi metrici, smaltimento rifiuti, adeguamenti normativi per sicurezza sanitaria e anti incendi, responsabilità civile per i prodotti, obbligo comunicazione prezzi, oneri di approvvigionamento…). E’ un aspetto inaccettabile che contrasteremo in tutti i modo possibili.” Landi ha poi continuato dicendo che “Altro aspetto negativo, la possibilità di gestire il non oil da parte dei titolari di autorizzazioni (salvo rinuncia del titolare della licenza UTF) o se tali attività sono collocate in locali separati. Tenuto conto della disparità contrattuale dei soggetti interessati, non rimane difficile alle compagnie e ai retisti accaparrarsi la titolarità del non oil che doveva essere il polmone imprenditoriale del gestore per garantire reddito a compensazione di una contrazione sui ricavi dei carburanti derivante dalla concorrenza che privati e compagnie stesse fanno al gestore. Addirittura tutto questo rimane a rischio per i gestori autostradali, senza poi contare sulla possibilità di poter vendere tabacchi, sostituiti con i pastigliaggi. Una liberalizzazione negata e tradita.”
Al dibattito è poi intervenuto il presidente Fegica Roberto di Vincenzo, che ha apportato al dibattito molteplici elementi di riflessione ricordando la complessa situazione della rete carburanti, la crisi della raffinazione, lo strapotere dei soggetti forti- compagnie e retisti- e ribadendo che l’articolo 28 “interviene su una materia che è stata trasferita in via esclusiva alle Regioni”.