Faib, Fegica e Figisc hanno scritto al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per chiedere l’estensione del beneficio derivante dal riconoscimento del lavoro usurante ai gestori carburanti.
I Presidenti nella nota al capo dell’Esecutivo sottolineano che il Governo “nell’ambito della discussione sul sistema pensionistico, ha messo allo studio un piano per bloccare l’aumento dell’età a 67 anni per chi svolge le cosiddette attività gravose e aperto un Tavolo con le Parti Sociali” e apprendono che “sarebbero incluse diverse categorie ma sarebbero completamente fuori quei lavoratori autonomi che svolgono lavori pesanti, spostamenti pesi, alternanza dei cicli caldo freddo, lavori notturni, a contatto con sostanze che incidono sull’apparato respiratorio, esposti alle intemperie e ad agenti inquinanti e talvolta cancerogeni” come i gestori carburanti.
Faib, Fegica e Figisc, manifestano “delusione e contrarietà sul piano dell’equità, dei reali rischi di esposizioni ai pericoli per la salute, per la tenuta psico fisica dei lavoratori, della pari dignità tra cittadini” sostenendo che “Si tratta, dal nostro punto di vista, di una discriminazione che si perpetua e condanna i lavoratori autonomi ad essere cittadini a bassa tutela, non riconosciuti in una Repubblica fondata sul lavoro e sui pari diritti.” “Si tratta di un’esclusione inaccettabile che discrimina i cittadini e i lavoratori autonomi, come ad esempio i gestori carburanti, esposti a cicli produttivi massacranti e al lavoro notturno, ed esempio in autostrada, alle intemperie (pioggia, freddo e neve, ma anche alle alte temperature estive) e all’esposizione ad agenti gravemente interferenti con la salute (ad esempio il benzene…), e chiedono con forza che sia ripristinata la volontà del legislatore espressa nella Legge 335/1995.… estendendo la previsione della disciplina in esame anche ai lavoratori autonomi, la cui esclusione presenta profili di dubbia legittimità costituzionale, per violazione degli articoli 3, 2° comma, 4 e 38 della Costituzione.”
Faib, Fegica e Figisc concludono la nota “rinnovando la richiesta di rimuovere tale ingiustificabile discriminazione.”