Con una nota urgente recapitata al Governo Faib, Fegica e Figisc sono intervenute per puntualizzare la posizione delle Federazioni sulla questione della moneta elettronica.
La nota si è resa necessaria per sgomberare il campo da equivoci e strumentalizzazioni insorte intorno all’utilizzo della moneta elettronica.
Faib, Fegica e Figisc hanno evidenziato che rispetto alla “preparazione di documenti parlamentari in relazione a schemi legislativi di recepimento delle Direttive UE, che propongono, in estrema sintesi, l’esenzione della Categoria dei gestori di impianti carburanti dall’obbligo di Legge volto all’accettazione della cosiddetta “moneta elettronica””, le Federazioni “pur apprezzando le intenzioni di una tale ipotesi e volendo confermare quanto a più riprese esposto, intendono nuovamente chiarire che la Categoria non ha richiesto alcuna esenzione dall’applicazione della norma. Al contrario, le scriventi Federazioni ritengono che sarebbe un gravissimo ed immotivato errore sacrificare l’esito di un provvedimento essenziale prima di tutto sul piano dell’ordine pubblico, della sicurezza sociale e della incolumità fisica di una Categoria di lavoratori massimamente esposta a rapine, violenze e omicidi, e poi sul piano del contrasto all’infedeltà fiscale e più in generale al fenomeno dell’illegalità nel settore.”
Chiarito dunque che le Federazioni condividono gli “Obiettivi dai limpidi connotati tipici dell’interesse collettivo prevalente, ai quali i gestori aderiscono con convinzione e senza alcuna riserva”, Faib, Fegica e Figisc hanno sottolineato che “Quel che, invece, la Categoria chiede con forza è che gli oneri associati al perseguimento di tali obiettivi di interesse generale, attualmente tutti ingiustamente gravanti direttamente sui gestori, siano depurati almeno della consistente parte connessa al peso dell’accisa sul prezzo dei carburanti che pure i medesimi gestori, sempre nell’interesse generale, incassano per conto dello Stato, sotto la loro responsabilità, a proprio rischio e pericolo.”
I Presidenti delle Associazioni hanno quindi rinnovato “rispettosamente a Governo e Parlamento la ferma richiesta che la soluzione alla questione posta sia oggetto di una misura equa, adeguatamente inserita nell’emananda Legge di Bilancio 2017.”