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Riunione Commissione Prezzi: la Corte dei Conti acquisisce elementi utili. Inspiegabile il differenziale rete extrarete

La riunione della Commissione sui prezzi dei carburanti di giovedì 21 aprile al Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto nuovamente il punto sulla struttura dei prezzi, con un forte focus sulla situazione dell’incidenza fiscale.
Gli uomini della Corte dei Conti hanno giudicato positiva e costruttiva la riunione avendone ricavato elementi di conoscenza importanti.
Alla riunione hanno partecipato Unione Petrolifera, Associazioni sindacali dei Gestori, Associazioni dei Consumatori, Assopetroli, Assogasliquidi, Assogasmetano, Federmetano e, appunto, la Corte dei Conti.
Per il Ministero erano presenti il Capo Dipartimento Impresa e internazionalizzazione, Giuseppe Tripoli e i Direttori Generali Gilberto Dialuce, sicurezza approvvigionamenti e infrastrutture, e Gianfrancesco Vecchio, mercato e concorrenza.
I Consiglieri della Corte dei Conti, incaricati di un’indagine sull’incidenza del fisco sul prezzo dei prodotti petroliferi, hanno avuto modo di approfondire tutta la componentistica della filiera del prezzo dei prodotti petroliferi, ricavando informazioni sul funzionamento del doppio mercato rete ed extrarete, sulla sostanziale differenza tra prezzi delle pompe bianche e quelle a marchio, sul margine industriale lordo, sulle dinamiche del platts.
Quest’ultimo troncone, assunto al centro di tutta l’articolazione della formulazione dei prezzi, suscita particolare interesse per le forti e sostanziali ricadute sul prezzo finale, in termini di formazione e tempistica.
Risulta particolarmente interessante, agli occhi della Corte, l’invarianza del peso fiscale sul prezzo del prodotto finale praticato da alcuni operatori, a parità di quotazioni platts. Non trovano spiegazioni plausibili le differenze, sostanziali e crescenti, del livello dei prezzi di cessione di benzina e gasolio a parità di incidenza fiscale e platts, cioè di due delle principali componenti del costo del prodotto finale. E’ apparso, sotto questo aspetto, oscillante la determinazione del margine industriale lordo che può spiegare le diverse condizioni praticate – a titolo di maggior vantaggio – alle vendite al dettaglio tramite il canale extrarete.
Come si ricorderà più volte la Faib, con le altre sigle sindacali, aveva puntato il dito sulla disparità di trattamento riservato dalle petrolifere ai retisti, lamentando il trattamento di maggior favore concesso ai convenzionati e ai titolari di pompe bianche, rispetto ai gestori dei colori, obbligati dal vincolo di esclusiva, e denunciando l’impoverimento delle gestioni legate al margine pro litro e il depauperamento della rete vendita. Con differenze che in alcuni casi – come quelli registrati e denunciati da Faib in Campania, in provincia di Salerno e Napoli – sono arrivate addirittura a sfiorare i 25 centesimi pro litro.
Politiche che hanno messo in ginocchio i gestori delle stesse compagnie, piegandoli a posizioni subalterne sulla rete e sospingendoli in aree di grandi difficoltà economiche e finanziarie.
Proprio sull’epicentro della denuncia del differenziale rete extrarete, operata dalle associazioni, è nata la proposta di legge di Faib-Fegica “Libera la benzina” che tende ad abbassare il prezzo dei prodotti petroliferi su tutta la rete, in modo omogeneo e non solo a favore dei soliti noti e dei loro amici.
Il prosieguo del lavoro di confronto con la commissione ministeriale – ove decidesse di approfondire i temi – e con gli uomini della Corte dei Conti potrà portare ulteriori, utili elementi di conoscenza: sia sull’incidenza e distribuzione del peso fiscale che sulla componente internazionale platts che sul livello di efficienza della filiera industriale e sul margine lordo che le compagnie si riservano, ivi compreso il costo delle gestioni al netto delle partecipazioni improprie.
Come è stato scritto su www.liberalabenzina.it, sul "platt’s", il cerchio si stringe.