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Caro benzina, dopo l'iniziativa di Faib e Fegica e il flop del tavolo ministeriale, di nuovo l'Antitrust in campo. Alla fiera delle istruttorie c'? anche la Corte dei Conti

Sarà un caso, ma è un dato di fatto, che dopo l’iniziativa del coordinamento unitario Faib Fegica su “Libera la benzina” scenda ancora una volta in campo l’Antitrust. Questa volta in compagnia addirittura con la Corte dei Conti che risulta abbia avviato autonomamente una propria indagine conoscitiva sulla materia dei prezzi dei carburanti e sull’incidenza fiscale.
Così dopo le commissioni parlamentari di Camera e Senato, dopo la Commissione straordinaria Prezzi del Senato, dopo gli osservatori prezzi ministeriali e dell’Unioncamere, dopo gli osservatori delle Associazioni dei consumatori, dopo gli istituti privati di studi e analisi, dopo Mister Prezzi (che per la verità è svanito nel nulla),dopo la Commissione straordinaria delle dinamiche dei prezzi, decretata dal Ministro Romani, dopo l’Antitrust, ad arricchire il prezzificio avremo anche la Corte dei Conti.
Il tutto all’indomani dell’inopinata decisione di aumentare le accise per finanziare lo spettacolo, seguita all’inconcludente riunione ministeriale nel corso della quale il Ministro Romani, sebbene non apertamente, fece capire che sulle accise qualcosa si poteva fare. Per diminuirle, immaginarono tutti in sintonia con il Paese e le richieste dei cittadini. Invece, come tutti sappiamo, quel qualcosa che si poteva fare andava nella direzione opposta e perciò sottaciuto in quella riunione.
Come giudicare tali iniziative?
Da una parte lo Stato aumenta la tassazione dei prodotti petroliferi (insieme alle Regioni) – e perciò il prezzo finale – e dall’ altra le sue articolazioni di controllo e garanzia aprono indagine e istruttorie- dopo quelle innumerevoli già svolte.
Come dire si predica bene e si razzola male, intanto si incassano milioni di euro in più utili alla bisogna, e poi per le esigenze mediatiche si fa la faccia severa e indagatrice verso gli operatori, sui quali, indifferentemente, si fa ricadere la responsabilità degli aumenti.
Questa volta l’Antitrust ha avviato un’indagine conoscitiva sul sistema distributivo e sull’utilizzo della quotazione Platt’s. Finalmente.
L’obiettivo dell’indagine, si legge in una nota Ansa, è stata avviata alla luce "di un livello assoluto del prezzo industriale di benzina e gasolio che resta costantemente al di sopra della media europea, è quello di individuare gli elementi che possono rendere più concorrenziale il mercato dei carburanti e verificare la congruità, adeguatezza e trasparenza dell`utilizzo della quotazione Platt`s come riferimento nella determinazione dei prezzi".
All’Antitrust segnaliamo come il riferimento Platt’s, assunto a riferimento della politica dei prezzi in Italia, riguardi una parte minoritaria delle transazioni commerciali. Detto riferimento è costantemente contraddetto dalla realtà proprio dell’extrarete dove si verificano episodi di scorrettezza commerciale che alla luce del Platt’s non trovano giustificazioni. Come nel caso di più distributori in Campania (Salerno e Napoli) dove il prodotto viene esitato all’automobilista con ben 25 centesimi di sconto pro litro, ad un valore cioè che ad oggi, nelle conoscenze del settore, non appare nella disponibilità della filiera petrolifera. Negli altri casi siamo in presenza di valori inferiori ma sempre sostenuti e inconcepibili alla luce delle conoscenze della cultura Platt’s.
E allora ben venga sia la decisione di “verificare la congruita’, l’adeguatezza e la trasparenza dell’utilizzo dell’indice internazionale Platt’s nella determinazione dei prezzi e di individuare gli elementi che possono rendere piu’ concorrenziale il mercato” sia anche l’avvio di una verifica, in collaborazione con “il Nucleo Tutela Mercati della Guardia di Finanza del ruolo, distribuzione geografica e potenzialita’ di sviluppo dei distributori indipendenti, le cosiddette ‘pompe bianche’.”
Potremo così capire anche noi quali sono i canali di approvvigionamento così vantaggiosi.
Infatti ad oggi sul mercato extra rete si sono insediate prassi che sfuggono alla lettura del mercato tradizionale, scatenando una concorrenza sleale nei confronti dei gestori a marchio, spinti ai margini della competizione.
L’Antitrust, pur riconoscendo che siamo in presenza di ” un mercato oggettivamente oligopolista come quello dei carburanti”, non sembra abbia letto la proposta del coordinamento unitario Faib Fegica, già sottoscritta da una decina di parlamentari, di diversi schieramenti, e da diverse associazioni dei consumatori e già da migliaia di firme di singoli cittadini. Infatti, sembra attardarsi su vecchie ricette come quelle riferite a ”fenomeni che potrebbero accrescere la concorrenza, come l’espansione della modalita’ di vendita self service a prezzi inferiori rispetto al servizio e l’abbandono da parte delle societa’ petrolifere dei prezzi raccomandati unici per tutto il territorio nazionale a favore di politiche di prezzo articolate”.
Su quest’ultimo punto peraltro l’Antitrust sembra non cogliere che siamo già in presenza di prezzi raccomandati diversi a livello nazionale e persino a livello di singoli bacini commerciali, rimanendo a ricette che la proposta Faib Fegica supera.
Infatti annuncia “la volonta’ di ”fotografare numero e distribuzione geografica dei distributori indipendenti, analizzare le possibilita’ di una loro ulteriore diffusione e la presenza di eventuali ostacoli al loro sviluppo”. In particolare, dice che ”occorre individuare con precisione i meccanismi di pressione competitiva attivati nei confronti di quelle colorate” mentre e’ ”necessario
comprendere quanto siano affidabili, strutturati e sviluppati i canali di fornitura delle pompe bianche: il rischio e’ che le societa’ petrolifere, che rappresentano insieme ai grossisti i fornitori delle pompe indipendenti, peggiorino le condizioni di fornitura praticate, recuperando sul mercato all’ingrosso i margini persi al dettaglio per effetto della pressione concorrenziale”.
La proposta avanzata dalle associazioni dei gestori Faib e Fegica richiama la necessità, invece, di estendere a tutta la rete le migliori condizioni praticate in extrarete, in modo da allargare i benefici del miglior prezzo a tutta la cittadinanza e non solo a pochi fortunati.
Ma gli uomini di Catricalà hanno letto la proposta “Libera la benzina” di Faib e Fegica?