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Caro petrolio, Faib: urgente introdurre alleggerimenti fiscali. Pronta l'iniziativa "Libera la benzina"

La grave crisi libica e dei paesi della piattaforma del nord Africa concorre ad una nuova raffica di aumenti che si abbattono sui prezzi dei carburanti. Tornano a muoversi con segni all’insù le principali compagnie leader di mercato.
Cresce l’allarme dell’opinione pubblica. Le agenzie riportano, citando le rilevazioni della stampa specialistica “Quotidiano Energia” e ”Staffetta Quotidiana” movimenti che si fanno sentire sul territorio dove ci si prepara a un fine settimana con prezzi praticati da record, evidenziando che alcune compagnie applicano il secondo aumento nel giro di tre giorni.
La media dei prezzi calcolata da “Staffetta” si attesta così a 1,551 euro/litro sulla verde e a 1,447 euro/litro sul diesel. La situazione sul territorio è, tuttavia, molto diversificata, con punte significative al sud.
Sulla rete è allarme, anche tra i gestori. La grave situazione rischia, infatti, di avere ripercussioni pesantissime sul livello dei consumi danneggiando gli erogati e mettendo in seria difficoltà i gestori della distribuzione carburanti che – è bene ricordarlo – basano la loro redditività sul venduto e non sui prezzi.
L’aumento abnorme di quest’ultimi incide, dunque, negativamente sulle gestioni.
Per Faib è evidente che occorre un intervento legislativo del Governo che non può limitarsi ad incassare i premi derivanti dagli incrementi Iva, calcolati in centinaia di milioni di euro solo nel 2010 ed è duramente da condannare la norma prevista nel Milleproroghe che consente alle Regioni, in caso di calamità naturali, di deliberare aumenti addizionali e aliquote sui carburanti fino al doppio (cinque centesimi). Una norma che si accompagna ad identiche ed autonome iniziative regionali che denotano una scarsa considerazione del settore ridotta ad una specie di bancomat.
Il prelievo in questo campo non è una variabile indipendente per le evidenti e forti ricadute sui costi di produzione e sui prezzi al consumo di tutti i beni, alimentari e non, determinando spinte inflazionistiche che deprimono l’ economia.
A questo punto, per senso di responsabilità, il prezzo di benzina e gasolio deve essere subito calmierato per dare un po’ di sollievo all’economia, alle imprese, alle famiglie ed ai gestori.
Per farlo il Governo basta che attui il provvedimento del dispositivo dell’accisa mobile trimestrale, previsto dalla legge finanziaria 2008 (legge 244/2007 commi 290/294), inserita dal governo Prodi proprio per fare fronte alle emergenze legate al caro petrolio.
A richiederlo non sono solo i gestori. Su questa linea si sono già espresse alcune forze politiche e sociali dalla Confindustria al Pd, alla Cisl, alla Cgil e alle Associazioni dei consumatori.
Il Pd ha parlato, in una nota congiunta del Responsabile delle Politiche Economiche Fassina e del Responsabile Consumatori Lirosi, di mettere “tale surplus derivante dall’incremento Iva a copertura di una rapida e temporanea diminuzione delle accise che gravano sul prezzo dei carburanti.”
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha chiesto al Governo, un “blocco delle tasse sugli idrocarburi, per uso industriale e civile”. Bonanni è andato oltre ed ha chiesto “di convocare subito le parti. Vogliamo un confronto per evitare ulteriori aggravi sul versante industriale e su quello della famiglie”. Stessa richiesta avanza la Cgil, seppure con sfumature diverse mentre la Confindustria, con il Direttore Generale Galli, rilancia la stessa misura e parla di effetti negativi sui margini delle imprese e sul Pil .
Le Associazioni dei consumatori, a partire dal Presidente di Federconsumatori, Trefiletti, reclamano già da giorni il contenimento della componente fiscale del prezzo alla pompa e chiedono l’attuazione della accisa mobile.
E’ evidente, per la Faib, che il Governo deve intervenire non essendo più possibile pensare a questo settore come ad un serbatoio inesauribile a cui attingere. Il costo che pagherebbe il paese – e con esso i gestori – sarebbe troppo alto in termini di crisi dei consumi e della produzione, mentre appare sempre più necessario un intervento pienamente riformatore dell’attuale assetto della rete vendita di carburanti, ingessata in una integrazione verticale e oligopolistica che ha fatto il suo tempo e comprime la libera concorrenza.
Anche di questo si parlerà venerdì prossimo 11 marzo all’iniziativa di Faib e Fegica denominata “libera la benzina” di cui si può leggere il programma sul sito Faib e su cui torneremo nei prossimi giorni.