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Up: un anno di attività del settore petrolifero nazionale e internazionale

E’ il bilancio di un anno quello presentato ieri dall’Unione Petrolifera sulle attività del settore petrolifero nazionale e internazionale. Per quanto riguarda il mercato internazionale, le principali conclusioni del rapporto, possono essere così sintetizzate: – DOMANDA-OFFERTA: La domanda di petrolio nel 2010 è stata pari a 87,8 milioni b/g, in aumento di 2,8 milioni b/g (+3,3%) rispetto al 2009. Si tratta di uno degli incrementi maggiori dell’ultimo decennio ad eccezione del 2004 quando fu di 3 milioni b/g (+3,8%). Il 79% di questa crescita si è avuta nei paesi non-Ocse (guidati dalla Cina). I paesi Ocse hanno mostrato una crescita analoga a quella pre-crisi (+600 mila b/g) guidati dalla ripresa negli Stati Uniti. L’offerta, di contro, è cresciuta di soli 2,1 milioni b/g (+2,5%) attestandosi a 87,3 milioni b/g e mettendo così pressione sulle quotazioni del greggio. Il deficit di offerta è stato particolarmente evidente nella seconda parte del 2010 con 1,1 milioni b/g. Negli ultimi 10 anni l’offerta è complessivamente cresciuta di oltre 10 milioni b/g, soddisfatta per il 42% dai paesi non-Opec, dal 35% da quelli Opec e per la restante parte dai guadagni di processo e dai biocarburanti (+17%). La spare capacity Opec è risultata pari al 6% della produzione totale (oltre 5 milioni b/g) rispetto al 2% del 2008. – PREZZI: Nonostante oggi la spare capacity sia circa il triplo rispetto a quella del 2008, le tensioni sui prezzi non hanno accennato a diminuire tanto che verso la fine del 2010 si è arrivati a superare abbondantemente i 95 dollari/barile. Il valore medio del Brent nel 2010 è risultato pari a 79,5 dollari/barile rispetto al 2009, contro una media di 52,3 dollari/barile nell’ultimo decennio (+52%). Dal 1999 la crescita del costo Cif del greggio importato dai paesi Aie è stata eccezionale: 61 dollari/barile (+353%). In termini percentuali le variazioni dei prodotti raffinati è stata molto meno evidente (+196% per la benzina Platts Cif Med, 122% per il prezzo industriale italiano e 43% per il prezzo alla pompa italiano). Nel complesso nel 2010 i prezzi dei prodotti raffinati si sono mossi sostanzialmente in linea con quelli del greggio sebbene nel 50% dei casi le variazioni siano state di segno opposto. Ma l’elemento di maggiore novità è stata l’evoluzione del rapporto di prezzo tra WTI e Brent, con il primo che a partire dalla seconda parte del 2010 ha cominciato a deprezzarsi pesantemente nei confronti del Brent (ma anche verso altre qualità sia americane che nordafricane e asiatiche), arrivando in questo avvio d’anno ad uno sconto superiore ai 15-19 dollari. In queste prime settimane di febbraio il Brent ha infatti superato i 104 dollari/barile mentre il WTI ha oscillato intorno agli 85 dollari/barile. – RAFFINAZIONE: Nonostante una ripresa della domanda petrolifera mondiale, la raffinazione non ha recuperato quanto perduto nel 2009. I margini, sebbene in leggero miglioramento, nel 2010 hanno continuato a non essere remunerativi per le lavorazioni più complesse e negativi per quelle meno sofisticate. Alla base di questo andamento negativo, l’indebolimento della posizione relativa della benzina rispetto al greggio, non compensata dal miglioramento di quella sui gasoli. Date le difficoltà di molti impianti europei, con il 2010 ha di fatto preso avvio l’inevitabile processo di ristrutturazione del settore indotto dal mutato contesto economico internazionale. Si è assistito ad un vero e proprio riassetto proprietario che ha premiato operatori russi e cinesi che hanno acquisito importanti partecipazioni in diversi impianti europei. Per quanto riguarda il mercato nazionale le principali tendenze possono essere così riassunte: – DOMANDA DI ENERGIA: I consumi di energia sono ammontati a 177,7 milioni/tep, in recupero dell’1,6% rispetto al 2009. Ad eccezione del petrolio che ha mostrato un nuovo calo del 2,4% (-1,8 milioni/tonnellate), tutte le altre fonti hanno mostrato segnali positivi: gas +6,3% per la ripresa della produzione industriale e termoelettrica, carbone +4,5%, rinnovabili +0,4% influenzate però dal calo della produzione idroelettrica (-6,6%). La quota del petrolio sul totale è così scesa al 40,3% rispetto al 50% del 2000, mentre nello stesso periodo quella del gas è salita dal 31% al 38%. Dal 2004 la flessione dei consumi di petrolio è stata di circa 20 milioni/tonnellate (-18,1%) da cui le forti criticità per la raffinazione. In calo è apparsa la domanda di carburanti (benzina+gasolio) che nel 2010 è diminuita del 2,2% (800 mila tonnellate); dal 2004 il calo è di 3,3 milioni/tonnellate). I carburanti nel 2010 hanno assorbito quasi il 48% dei consumi petroliferi totali. – PREZZI: Nel 2010 il costo medio del greggio importato espresso in dollari è stato superiore del 30% rispetto al 2009 che sale al 38% se convertito in euro, il cui cambio rispetto al dollaro è risultato inferiore del 5,7%. Rispetto al 2000, il prezzo in euro del greggio importato è praticamente raddoppiato (+96%). Per quanto riguarda i prodotti raffinati, i prezzi industriali sia della benzina che del gasolio si sono mossi sostanzialmente in linea con quelli dell’analoga quotazione Platts: +10,8 centesimi euro/litro per la benzina e 11 centesimi euro /litro per il gasolio. Nel 2010 lo “stacco Italia” riferito all’area euro per la benzina è stato analogo a quello del 2009, pari a 3,6 centesimi euro/litro, mentre quello del gasolio è sceso da 3,5 a 3,1 centesimi euro/litro. – IMPORTAZIONI-ESPORTAZIONI: Nel 2010 le esportazioni hanno mostrato una crescita del 9,4% compensando il calo dei consumi interni. Ad essere maggiormente esportate sono state le benzine (+14,9%) e i gasoli (+15%). Anche le importazioni sono aumentate (+3,2%) soprattutto quelle dall’area mediorientale con un peso del 33,9%. La Libia resta in nostro principale fornitore con 16,4 milioni/tonnellate e un peso del 23,3%. – RAFFINAZIONE: Grazie al buon andamento delle esportazioni, il sistema di raffinazione nazionale è riuscito a compensare il calo dei consumi presentando così tassi di lavorazione intorno all’84%, in crescita di due punti percentuali rispetto al 2009 ma lontani dal 100% del 2005. La capacità di raffinazione è salita a 107 milioni/tonnellate distribuita su 16 impianti. Agli attuali tassi di lavorazione, oggi si ha un eccesso di offerta di 10 milioni/tonnellate. – FATTURA ENERGETICA E PETROLIFERA: Nonostante la contrazione dei consumi, la ripresa delle quotazioni petrolifere nel 2010 ha comportato per la fattura petrolifera un aumento di 6,5 miliardi di euro rispetto al 2009, attestandosi a 27 miliardi di euro (+32%) con un peso sul Pil dell’1,7%. La fattura energetica nel 2010 si stima intorno ai 51,7 miliardi di euro, con un aggravio di 9,3 miliardi di euro rispetto al 2009 e un peso sul Pil del 3,3% (contro un valore medio dell’1,5% negli anni novanta). Per il 2011 la stima per la fattura petrolifera è in una forchetta compresa tra 31,3 e 37,4 miliardi di euro, nell’ipotesi di un cambio analogo a quello attuale e quotazioni medie del petrolio comprese tra 90 e 100 dollari/barile. Quella energetica potrebbe attestarsi intorno ai 60,4 miliardi di euro. – GETTITO FISCALE: Il gettito fiscale degli oli minerali nel 2010 è stato pari a 34,3 miliardi di euro, in calo dell’1,7% rispetto al 2009, dovuto soprattutto alle minori accise (1,5 miliardi di euro in meno, pari al -6,2%) non compensate dal maggiore incasso derivante dall’Iva per 900 milioni di euro.

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