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Coordinamento Faib Fegica: confermato stato di agitazione, Governo riconvochi il tavolo di confronto per riforma rete. Approfondito lo schema di proposta legislativa della categoria

Faib e Fegica hanno esaminato nel corso della riunione di coordinamneto del 16 febbraio u.s. la delicata questione connessa all’iter legislativo di conversione del decreto Milleproroghe, contenente la norma di riconferma del bonus fiscale per il 2011 e l’evoluzione del confronto in atto in sede governativa sul provvedimento noto come “DDL Concorrenza”, che si trascina da mesi tra scatti in avanti, improvvisi e scoordinati, e rumorosi stop, tra scritture e riscritture, in cui ognuno può trovare la conferma di quello che vuole.
Faib e Fegica hanno poi definito l’architettura della proposta di legge di riforma del settore, delineando un provvedimento di forte impatto e di radicale cambiamento degli assetti della rete.
Sul primo punto il coordinamento ha preso atto dei lavori del Senato da dove arriva un sì al decreto Milleproroghe: il Governo ha ottenuto la fiducia. I si sono stati 158 e 136 i no. Quattro gli astenuti. A favore dell’esecutivo hanno votato Pdl e Lega, contro Pd, Idv, Fli, Udc e Mpa. In dissenso da Fli, Giuseppe Menardi non ha votato. Ora il decreto passa alla Camera per la seconda lettura che dovrà essere completata entro il 27 febbraio, quando scadranno i termini di conversione.
Faib e Fegica esprimono preoccupazione per l’andamento dei lavori e per il mancato accoglimento degli emendamenti migliorativi della norma contemplante il bonus fiscale. L’attuale formulazione rimanda ad un nuovo decreto interministeriale la piena attuazione del provvedimento di deduzione forfetaria, prolungando la lunga attesa dell’effettività del beneficio che annualmente, dal ’92, viene riconosciuto ai gestori. Non convince la motivazione apposta a base del rigetto degli emendamenti presentati al Senato circa la necessità di trovare la copertura per una misura che da quasi venti anni fa parte – strutturale – della manovra di bilancio dello Stato a fronte di decisioni opinabili e censurabili come quelle riguardanti le quote latte. Gli allevatori, poche centinaia, che avrebbero dovuto cominciare a pagare le rate delle multe sulle quote latte il 31 dicembre 2010, avranno ulteriori sei mesi di tempo in più. Le risorse ammontano a svariati milioni di euro. Alla faccia del rigore. Soprattutto se praticato sulle spalle dei gestori che portano alle casse dello Stato – a proprio rischio e pericolo – qualcosa come 40 miliardi di euro.
Sul secondo punto il coordinamento ha svolto un lavoro di raffronto e critica del testo “conosciuto” come DDL concorrenza, fatto oggetto di una decretazione d’urgenza, assolutamente discutibile, e poi nuovamente rinviata al concerto con altri Ministri, non ultimo per i profili legati al federalismo.
Sul testo del DDL il coordinamento ha espresso severe critiche per i profondi cambiamenti intervenuti e per l’accelerazione data al provvedimento, sottratto, dall’inizio di dicembre, inspiegabilmente al costruttivo confronto tra le parti, che pure stava dando buoni risultati sul terreno dell’ammodernamento e della flessibilizzazione delle forme contrattuali.
Articoli completamente riscritti che stravolgono il senso delle misure condivise, con l’aggiunta di sana pianta di nuovi commi. La riscrittura, evidentemente necessaria, con buona pace di chi dice che non è cambiato nulla, apre alla ghostizzazione degli impianti e alla finanziarizzazione delle attività, che tagliano fuori il gestore da ogni ruolo attivo, mortificandone la professionalità e l’iniziativa imprenditoriale, lasciandogli gli oneri connessi alle responsabilità della conduzione diretta ed espropriandolo, con una mezza frase aggiunta alla chetichella, delle attività non oil sia nuove che in essere, riducendolo a mero custode del piazzale.
Una versione inaccettabile e improponibile.
Il Governo ricerchi la convergenza e il consenso con la categoria, riconvochi il tavolo e faccia finire il lavoro avviato alle parti sociali, senza strappi e senza furbizie, senza sotterfugi e accordi separati con petrolieri e retisti. Rinnoviamo il più alto senso di responsabilità e di disponibilità al confronto aperto, schietto, leale.
Se il nostro appello non dovesse essere raccolto e il Governo dovesse procedere, senza indugio, per decretazione d’urgenza, la categoria, come sempre, saprà rispondere, passando dallo stato di agitazione alle forme più estreme di protesta.
Infine il coordinamento ha approfondito il testo articolato della proposta di riforma della rete carburanti. I principi ispiratori della proposta sono l’introduzione di criteri concorrenziali basati sul superamento della logica oligopolistica, sulla rimozione degli ostacoli alla libera concorrenza, e sul superamento, necessario, dell’esclusiva, che ingessa la competizione a danno del cittadino consumatore e del libero mercato e, ancora, sull’eliminazione del differenziale rete extrarete.
La presentazione ufficiale della proposta di parte sindacale avverrà nei prossimi giorni.