Faib, Fegica e Figisc, in riferimento alla vicenda Esso, hanno “con carattere di estrema urgenza” chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico l’apertura di una “Vertenza collettiva” ai sensi del Decreto Leg.vo 32/98 al fine di individuare le oggettive responsabilità economiche e contrattuali della Esso Italiana Srl in merito e quelle, in solido, dei nuovi operatori petroliferi interessati dal “Modello Grossista” che sta generando un generale impoverimento e l’estromissione dagli impianti dei gestori a marchio Esso.
Nella nota ai vertici del Ministero dello Sviluppo Economico, le tre Federazioni ricordano di aver ripetutamente invitato la Esso Italiana Srl e gli operatori petroliferi coinvolti nell’operazione di vendita a pacchetto al mantenimento delle condizioni economiche e normative a favore dei gestori coinvolti nella cessione medesima, sulla scorta della valenza “erga omnes” degli Accordi nazionali aziendali, sottoscritti ai sensi e per gli effetti dell’art. 19, Legge n. 57 del 5 marzo 2001.
Per Faib, Fegica e Figisc sono inaccettabili le condizioni di contesto in cui Esso Italiana Srl si ritiene, arbitrariamente ed illegittimamente, estranea alle sorti della rete “ceduta”, alla luce soprattutto della permanenza di una “costanza contrattuale” in cui i gestori continueranno ad esporre il marchio Esso, a negoziare carte aziendali, ad applicare procedure promozionali definite dall’Azienda cedente. Tutto ciò per Faib, Fegica e Figisc appare e si sostanzia come un vero e proprio aggiramento della normativa posta a tutela dei gestori dalla Legge, ottenuto grazie alla triangolazione contrattuale. Ed infatti i gestori “ceduti” sono tenuti sostenere e rispettare tutti gli obblighi ed i gravami connessi alla tutela dei marchi e dei segni distintivi della Esso, ad accettare le forme di pagamento mediante carte aziendali, ad indossare e fare indossare ai propri collaboratori le divise della Esso, a rispettarne ovviamente gli elementi fondanti del Codice Etico della Esso Italiana Srl, a garantire la qualità dei prodotti commercializzati: in breve a continuare la stessa attività ad un trattamento economico ridotto del 50% .
E di fatti il tutto si va a concretizzare nelle violazioni delle più elementari norme poste a tutela della Categoria, dalle violazioni contrattuali alla contrattazione one to one, all’imposizioni di norme contra legem. A fronte di questo quadro di degenerazione normativa le Federazioni si sono già attivate per la migliore tutela dei propri associati nei confronti dei nuovi operatori petroliferi. Non ultimo Faib, Fegica e Figisc denunciano il distorto utilizzo degli accantonamenti annuali previsti per il Fondo di fine gestione di esclusiva proprietà del gestore per il quale sono allo studio l’attivazione di diverse procedure legali in diverse parti del territorio italiano.
A fronte del complessivo aggiramento del quadro normativo le Federazioni hanno chiesto l’intervento urgente del Ministero per riaffermare lo stato di diritto vigente nel nostro Paese.
Leggi la Nota