I distributori automatici di alimenti e bevande non sono equiparabili alle apparecchiature self-service che, presso gli impianti di distribuzione carburanti, assicurano il servizio di rifornimento anche durante l’orario di chiusura del servizio manuale.
Per Faib, Fegica e Figisc non ci sono dubbi, non solo le fattispecie sono diverse, ma anche le finalità non sono sovrapponibili, essendo i prodotti petroliferi fiscalmente quelli più tracciati e la strumentazione erogativa quella più monitorata. Ed infatti, ricordano le tre sigle: i carburanti, prima di essere consegnati ai distributori, devono essere “nazionalizzati”, escono dal deposito muniti di certificati (DAS), vidimati dall’Ufficio delle Dogane nei quali vengono riportati i volumi per ogni “scarico”. Vengono quindi consegnati al gestore che li immette nei serbatoi interrati; non solo, ma il gestore che riceve il prodotto ha l’obbligo di annotare i volumi introdotti nelle cisterne interrate in un apposito registro fiscale (UTF), vidimato annualmente dall’Agenzia delle Dogane. Il carburante viene poi venduto, tramite colonnine erogatrici munite di dispositivo contalitri legalizzato sigillato e piombato dall’Ufficiale Metrico che certifica la quantità erogata, dalla quale si calcola l’incasso da annotare sul Registro dei Corrispettivi in base al prezzo di vendita che anch’esso viene comunicato all’Osservatorio Prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico.
A questi oneri si aggiungono un’altra serie lunghissima di adempimenti fiscali tributari e amministrativi puntualmente citati dai gestori, alla fine dei quali per Faib, Fegica e Figisc non ci sono dubbi che se si intendono scovare veramente gli evasori o gli elusori, bisogna volgere lo sguardo verso soggetti che non hanno neppure la centesima parte degli oneri e dei controlli cui è posta la Categoria che è veramente stufa di essere periodicamente gravata di costi ed adempimenti che sarebbero di altri soggetti economici.
La nota al Presidente del Consiglio conclude che “visto che fino ad ora la pazienza non ha consentito di cogliere alcun risultato, nel caso perdurasse il silenzio ed i processi trovassero conclusione ed applicazione fuori dalle norme che il Parlamento ha varato a “tutela” di questa Categoria in un mercato che non esiste in quanto saldamente in mano a soggetti che controllano – direttamente o indirettamente – tutta la filiera, le scriventi Federazioni si vedrebbero costrette a ricorrere all’azione sindacale. In primis chiudendo i self service pre-pagamento e, successivamente, a proclamare la chiusura degli impianti su tutto il territorio nazionale”, restando in attesa della fissazione della data per realizzare l’incontro richiesto.
Leggi la Nota