Con una nota unitaria rivolta a tutti gli operatori petroliferi e alle loro rappresentanze, Faib, Fegica e Figisc hanno denunciato che i “numerosi provvedimenti, anche normativi, hanno comportato per l’intero sistema un aumento sensibile degli obblighi e degli oneri ad essi collegati”.
L’aumento dei costi di gestione si è sommato ad “una crescente discesa dei volumi di vendita…”, mentre si incrementavano “una lunga serie di oneri – da quelli relativi all’impatto ambientale (smaltimento dei rifiuti speciali e non, acque reflue, ecc.), a quelli legati all’uso delle carte di credito/debito, per citare solo alcuni esempi”.
Questi costi denunciano le tre sigle “sono stati brutalmente rovesciati iniquamente e, alcune volte, in modo assai discutibile sotto il profilo della legittimità stessa, sulle spalle delle piccole imprese di gestione”.
Faib, Fegica e Figisc nella nota definiscono le criticità economico/finanziarie derivanti dall’aumento dei costi “talmente drammatiche da imporre alle suddette scriventi di individuare ogni possibile azione immediatamente risolutiva”.
Per Faib, Fegica e Figisc si tratta, perciò, “di avviare immediatamente una fase negoziale, straordinaria e transitoria, che possa fornire alcune delle risposte dovute in una tale situazione emergenziale, pur nelle more della ripresa della contrattazione volta al rinnovo degli Accordi vigenti, per quanto scaduti…”.
Le tre Federazioni hanno evidenziato che ove non vi fosse sufficiente consapevolezza delle questioni denunciate si troverebbero costrette a dare espressa indicazione ai propri associati di provvedere a recuperare i superiori costi sopportati individualmente anche facendo ricorso alla propria inviolabile facoltà assegnata loro dalla Legge di determinare il prezzo finale.
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