Nel pomeriggio di oggi la Faib, con le altre organizzazioni di categoria dei gestori, si recheranno nuovamente al Ministero dello Sviluppo Economico che le ha convocate ancora una volta per tentare di scongiurare lo sciopero di domani. Nonostante il nulla di fatto dell’incontro tenutosi la scorsa settimana con il Sottosegretario Stefano Saglia, auspichiamo che da parte del Governo arrivino almeno segnali di apertura rispetto alle richieste piu’ volte ribadite dalla categoria. In questo caso la Faib e’ pronta a rivedere le proprie posizioni, diversamente lo sciopero di domani resta confermato.
Oltre 100 mila fra gestori ed addetti perdono, insieme ai diritti, il loro lavoro. I prezzi del carburante non scendono e l’offerta del servizio si va deteriorando. Lo Stato continua ad incassare i due terzi del prezzo al pubblico dei carburanti, petrolieri e retisti privati continuano a guadagnare alle spalle dei consumatori, mentre con i soldi pubblici si finanzia la distruzione della rete. Ed ai gestori resta un margine lordo inferiore al 3% sul prezzo pubblico ed il peso del costo di sconti e campagne promozionali.
E’ questa la situazione della rete distributiva di carburanti e le prospettive che lascia intravedere il disegno di legge voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico.
“E’ da quel protocollo, di cui chiediamo il rispetto degli impegni – sottolinea Martino Landi – che bisogna ripartire ripensando ad una ristrutturazione del settore che tenga conto di quegli obiettivi precisi: strutturazione del bonus fiscale, superamento degli elementi distorsivi della concorrenza legati al meccanismo rete extra rete, riordino della normativa tariffaria con la P.A. alla luce delle specificità del settore, sicurezza sugli impianti, per i gestori e per i cittadini, tramite estensione della moneta elettronica con la compressione dei relativi costi, lavoro usurante, riaffermazione dei principi eco-compatibili per i nuovi impianti e allargamento del fondo indennizzi a tutti i gestori espulsi dal mercato."
“Sono questi i punti caldi che aspettano da lungo tempo una soluzione ed un intervento da parte dell’esecutivo, per i quali siamo stati costretti a proclamare lo sciopero di tre giorni a partire da domani. I primi risultati dell’astensione in Sicilia, dove la protesta ha preso il via oggi, parlano di chiusure intorno al 90 per cento degli impianti, con punte del 95% in alcune province, e questo da un’idea del livello di malessere dei gestori”.