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Diritti annuali, il Governo tace. I gestori lasciati soli. Si aggravano le ragioni dello sciopero

Nonostante i ripetuti inviti fatti da Faib al Presidente del Consiglio e Ministro ad interim per lo Sviluppo economico On. Silvio Berlusconi, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On Gianni Letta, al Ministro dell’ Economia e Finanze, On.le Giulio Tremonti, al Sottosegretario al Ministero Economia e Finanze, On.le Giuseppe Vegas, al Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, On.le Stefano Saglia, e al Capo di Gabinetto del Ministro del MSE, Dott. Luigi Mastrobuono e al Dott. Giuseppe Tripoli, Capo Dipartimento per le imprese e l’internazionalizzazione, il Governo non ha dato alcuna risposta sulla questione connessa al diritto annuale per l’ iscrizione al registro delle imprese dei gestori carburanti.
La Faib, nella nota inviata, ricordava che la legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, riconoscendo le ragioni dei reiterati appelli fatti dalla categoria dei gestori di impianti di distribuzione dei carburanti, ne accolse le richieste in materia di diritti annuali dovuti, circoscrivendoli al netto delle accise .
Nella missiva si faceva presente che “I gestori degli impianti lamentavano come le modalità di applicazione del sistema relativo ai diritti dovuti dalle imprese per l’iscrizione alle camere di commercio (art. 18, comma 4, lett. c), della legge 29 dicembre 1993, n. 580), correlato per le imprese iscritte alla sezione ordinaria al concetto di “fatturato”, fosse eccessivamente penalizzante per gli operatori appartenenti alla summenzionata categoria commerciale, tenuti ad iscrivere in bilancio l’importo complessivo dei propri ricavi, sebbene questo non rappresenti appieno la sostanza economica delle transazioni effettuate (ed, infatti, il prezzo di vendita dei carburanti è rappresentato, per circa il 97%, da imposte varie (accise, addizionali e IVA) e dal costo del prodotto (in altri termini, per questi operatori, il ricavo vero è rappresentato da un modestissimo “aggio” o “margine”).”
La nota continuava sostenendo che “ E’ di tutta evidenza, pertanto, come la vera capacità economica di detti soggetti, ai fini del pagamento del diritto, non sia rappresentata dall’ammontare dei ricavi iscritti a bilancio (che deve, obbligatoriamente, essere riferita al valore facciale delle transazioni), bensì dal ben più modesto “margine” economico (aggio) sul quale essi possono contare.”
Proprio in ragione di ciò fu stabilito all’art. 44 della legge n. 99 che, “fatta salva la possibilità di successive disposizioni di portata più generale e di durata non limitata, anche nell’ambito dell’ordinaria potestà regolamentare in materia di accertamento, riscossione e liquidazione del diritto annuale di cui al comma 3 dell’articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive modificazioni, limitatamente al versamento del diritto annuale relativo all’anno 2009, per le imprese esercenti attività di distribuzione di carburanti, il fatturato di cui all’articolo 1, comma 1, lettera f), numero 4), del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato 11 maggio 2001, n. 359, deve essere inteso al netto delle accise (…)”.
La nota della Faib concludeva sottolineando che “Purtroppo, nonostante i ripetuti inviti di Faib, dette disposizioni “strutturali” non sono mai state approvate ed oggi, a poche settimane dalla scadenza degli obblighi, gli operatori rischiano nuovamente di dover pagare somme non dovute.
Evidentemente un Governo votato a fare cassa ha ritenuto di non dover dare risposte ai gestori, lasciati soli ancora una volta di fronte a difficoltà burocratiche e amministrative che segnano una netta discriminazione e acuiscono le motivazioni di uno sciopero sempre più necessario per ribadire le ragioni di una categoria sulla quale vengono scaricate le contraddizioni del sistema sia a livello istituzionale che industriale.
Presso le sedi Faib è attivo il servizio di assistenza per i diritti annuali dovuti.