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Giunta Faib: sciopero contro un Governo inaffidabile, per fermare la controriforma. All'Eni: stravolto l'accordo, invalidata la clausola di recesso

La Giunta FAIB riunitasi nella sede nazionale di Confesercenti ha esaminato con puntualità le questioni connesse al DDL annuale per il mercato e la concorrenza e alle relazioni industriali.
Sul primo punto la Giunta ha rilanciato le critiche al Governo Berlusconi inadempiente rispetto agli impegni sottoscritti nel protocollo d’intesa Scajola.
La FAIB chiede il rispetto dei patti sottoscritti e denuncia l’esproprio del Fondo indennizzi dei gestori e delle attività non oil, la marginalizzazione della categoria con lo sviluppo dei ghost e della selfizzazione selvaggia, la precarizzazione dei contratti, la marcia indietro sulle politiche di tutela ambientale e di sviluppo di prodotti eco-compatibili. FAIB denuncia la violazione delle competenze regionali in materia di programmazione e di attività non oil, costruendo nuovi complotti costituzionali.
Su questi argomenti FAIB ribadisce la netta contrarietà all’azione del Governo e la volontà di opporsi al Disegno di Legge truffaldino che toglie ai gestori, non dà ai cittadini, e arricchisce i petrolieri.

Prezzi.
Sul secondo punto la Giunta ha affrontato la questione ENI e la vicenda Iperself a titolo oneroso per i gestori, approvando una nota ufficiale di contestazione e messa in mora dell’Azienda.
La Giunta ha espresso condivisione totale all’azione del gruppo dirigente e del Presidente Landi. FAIB ha preso atto con piacere degli attestati di solidarietà ed amicizia giunti alla Federazione e al Presidente da molta parte del mondo petrolifero, da FEGICA e FIGISC, oltre che da tantissimi gestori. La grande capacità di resistenza della FAIB alle pressioni inqualificabili dell’ENI su tutto il territorio nazionale è motivo di soddisfazione e di orgoglio. La reazione scomposta e incontrollata della Compagnia testimonia il grado di incomprensione tra Azienda e gestori e, allo stesso tempo, di nervosismo inconsulto del management, dovuto alle dubbie performance.
Il risultato è che ENI – il suo gruppo dirigente – è ancora più solo e isolato.
La Giunta FAIB ha deliberato di mettere in mora l’Azienda, diffidandola ad adempiere agli obblighi contrattuali contemplati nell’Accordo di luglio 2009 e a ripristinare il quadro delle condizioni commerciali alla base di quell’accordo.
In mancanza dell’attuazione degli impegni contrattuali sottoscritti e del ripristino delle condizioni commerciali preesistenti, la FAIB contesta la validità della clausola di recesso anticipato, di fatto minata nei presupposti economici e normativi e dunque inapplicabile.
L’azienda ha forzato i parametri economici posti a base della determinazione dell’efficacia di quella clausola – rideterminazione del listino prezzi personalizzato e dell’iperserlf con contributo a carico del gestore – violando i riferimenti univoci della valutazione degli obiettivi quali-quantitativi, determinando l’inapplicabilità di quella parte dell’Accordo.
La Giunta FAIB rigetta la politica dei ricatti e diffida ENI a rispettare i patti, recuperando serenità, altrimenti la disdetta dell’accordo – a cui stanno lavorando gli avvocati – sarà inevitabile.
Emerge con chiarezza che l’industria petrolifera e i retisti cercano di forzare gli equilibri economico-normativi del settore approfittando del vuoto politico del Governo incapace di trovare un Ministro autorevole dello Sviluppo Economico, della sesta potenza industriale del Mondo da oltre 3 mesi.