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Scajola e Saglia: "Occorre programmare e razionalizzare la rete". La Faib: "La liberalizzazione non l'hanno certo voluta i gestori"

Sui rialzi carburanti che in questi giorni hanno riguardato un po’ tutte le compagnie sono intervenuti ieri sia il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che Stefano Saglia, sottosegretario di Stato al ministero dello Sviluppo economico. Scajola è tornato a parlare di speculazione e di eccessiva volatilità del prezzo del petrolio. Il ministro ha sottolineato l’azione del governo improntata su un tavolo di confronto con le Regioni e su una “moral suasion” nei confronti dei petrolieri. Scajola ha, poi, ricordato le singolarità del mercato delle distribuzione di carburanti in Italia caratterizzato da troppe stazioni di servizio e da uno scarso utilizzo dei self service. Anche il sottosegretario Stefano Saglia è intervenuto- con dichiarazioni fotocopia- sul medesimo tema, ribadendo come: “la rete di distribuzione dei carburanti italiana sia composta da 23 mila punti vendita: troppi e necessariamente la rete deve essere razionalizzata. In Francia ne hanno 15mila e in Gran Bretagna 10mila. Il problema è delicato, ha impatti sull’occupazione, ma credo che dovremmo scendere a 15mila impianti anche in Italia. In passato è già stato fatto un piano di razionalizzazione, riducendo di circa 3 mila le unità di distribuzione, ma oggi occorre istituire un piano nuovo, che andrà sviluppato insieme alle Regioni. Razionalizzando la rete – ha concluso Saglia – si verrebbe a creare un nuovo spazio che di conseguenza potrebbe essere dedicato alle “pompe bianche” o comunque a stazioni di servizio più moderne, con maggior merceologia a disposizione. E’ necessario trovare armonia tra liberalizzazione e un numero di punti vendita che non sia talmente consistente da creare delle diseconomie”.
Immediata la replica della Faib, che per voce del suo presidente Martino Landi ha sottolineato: “ le dichiarazioni del ministro Scajola e del sottosegretario Saglia denotano grande preoccupazione dello stato attuale della distribuzione carburanti. Rileviamo – ha aggiunto il presidente della Faib – che solo un anno fa, è stata emanata una norma di liberalizzazione completa del settore, in ottemperanza a precise richieste dell’Unione europea, per superare un procedimento di infrazione emesso da Bruxelles. In quella sede non mancarono le nostre preoccupazione circa una proliferazione dei punti vendita, che, peraltro,mentre ministro e sottosegretario gridano al lupo al lupo,sta clamorosamente crescendo in questi mesi, soprattutto in quelle Regioni che ancora non hanno varato la nuova normativa regionale di adeguamento alla 133/08. Denunce che Scajola fece cadere nel vuoto. Risulta difficile immaginare oggi a quali strumenti giuridici stiano pensando il ministro e il sottosegretario quando parlano di razionalizzazione e programmazione della rete vendita. La liberalizzazione non l’hanno certo voluta i gestori italiani che, anzi, hanno fatto del loro meglio per governarne gli effetti devastanti, scaturiti dalla liberalizzazione dei punti vendita, che hanno annullato i benefici della razionalizzazione avviata alla fine degli anni ’90 da una positiva concertazione tra governo e Associazioni dei gestori e Compagnie che portò la rete da 27 mila unità a 22 mila. Ci auguriamo – ha concluso Landi – che a fronte di queste preoccupazioni, ci sia una convocazione, a breve, del famoso tavolo per l’attuazione del protocollo d’intesa, firmato a giugno 2008, con le Associazioni dei gestori. ”.