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Eni – accordo gestori: gli elementi qualificanti dell'accordo

Il rinnovo dell’accordo economico tra le associazioni di categoria dei gestori Faib Confesercenti e Figisc Confcommercio ed Eni, dopo una lunga trattativa durata 18 mesi, apre un nuovo scenario sulla rete carburanti e può favorire una collaborazione più ampia sul terreno delle politiche tra azienda e gestori.

L’accordo riveste particolare importanza per i rilevanti aspetti innovativi che, da un lato valorizzano la figura del gestore, restituiscono un quadro di certezze economiche e normative, porta al rinnovo di tutti i contratti dei gestori per la durata di sei anni più sei e dall’altra prevede, in forma sperimentale, l’introduzione condivisa e cogestita di flessibilità necessarie ai continui mutamenti di mercato, in un quadro di regole condivise e previste dalla legge che riconferma la sua attualità e capacità di interpretare i nuovi bisogni della collettività.
Più nel dettaglio l’accordo porta risorse necessarie alle gestioni con la corresponsione di una “ una tantum”, prevista per fasce, sin dai prossimi giorni, e innova il margine di guadagno dei gestori Eni a marchio Agip con la previsione di ulteriori benefici, 1 giorno di dilazione, sui pagamenti dei carburanti.
Sugli aspetti più generali segnaliamo il dispositivo di rinnovo di tutti gli accordi, sia in scadenza che non, secondo il dettato della legge e dunque di 6 anni più 6 anni. Rilevante la disposizione dell’Accordo che obbliga Eni a recedere dalla politica di quei contratti che avevano scatenato la forte opposizione delle Associazioni di categoria e vale a dire i contratti di associazione in partecipazione. Su questo versante Eni si obbliga a bloccarsi alle attuali 197 associazioni giustificate a titolo di sperimentazione.
Aspetti innovativi rivestono la previsione di un patto di partnerariato sulle strategie di modernizzazione della rete con la costruzione di un percorso di concertazione Azienda Associazioni, l’introduzione di strumenti quali la formazione per ottimizzare le performance dei gestori e monitorare gli standard quali-quantitativi.
Ci piace sottolineare, in quanto voluta da Faib, l’apertura alla valorizzazione e alla tutela delle risorse umane prevista, novità assoluta, con la copertura assicurativa sia sanitaria contro i rischi di malattie sia per episodi di furti e rapine.
Un dato di particolare soddisfazione, per Faib, è il riconoscimenti del diritto di prelazione a favore del gestore in caso di vendita di singoli impianti. E’ un riconoscimento ad una nostra lunga battaglia e al valore del gestore.
Sulla flessibilità e la clausola di recesso, qualitativa e quantitativa, siamo in presenza di un’ ampia rivisitazione della clausola, con l’introduzione di un tetto del 5% massimo di applicabilità, e ad una condivisione e cogestione sia nella fase di elaborazione degli obiettivi, su base annuale, con apposita riunione con le Associazioni, e successivamente con i singoli gestori, sia nella fase di valutazione che in quella conclusiva, nello spirito di un’ azione di concertazione.
Sullo sviluppo della rete confidiamo, nell’ambito delle politiche di partnerariato, in un nuovo slancio sul non oil, adeguando la rete italiana a quella europea, garantendo al gestore la libera iniziativa e la piena autonomia imprenditoriale.
Su questo l’orientamento della Faib che vorrebbe attrarre sulle aree di servizio anche l’erogazione di servizi di public utility ci sembra un input da sottolineare e rilanciare magari con un apposito protocollo con il Governo.

In sostanza possiamo così riassumere gli elementi qualificanti dell’accordo con Eni, la quale si impegna:

– A riconoscere, da subito, il pregresso secondo le richieste di fonte sindacale;
– ad adeguare il margine unificandolo su tutti i prodotti e superando la segmentazione inizialmente proposta;
– a rinunciare alle associazioni in partecipazioni;
– a concordare e condividere, in una logica di cogestione, tutte le scelte in materia di definizione degli obiettivi quali-quantitativi;
– a riconoscere in caso di recesso un giusto indennizzo, secondo una scala valori condivisa a partire dalla proposta presentata;
– a rispettare il tetto del 5% (200 gestioni su 4.400) quale limite massimo di applicabilità del recesso;
– a valorizzare la formazione quale strumento di riallineamento agli obiettivi quali-quantitativi per quei gestori che al primo anno  dovessero trovarsi in area recesso;
– a procedere a verifiche quadrimestrali e a prendere l’ultima decisione in ordine al recesso, sulla base delle considerazioni delle associazioni, sebbene in forma non vincolante;
– a rinnovare tutti i contratti in essere, senza esclusioni;
– all’unificazione e all’aumento dei versamenti Cipreg su tutta la rete Eni, anche convenzionata.
– ad un patto strategico sul non oil;
– alla realizzazione di copertura assicurativa sanitaria

Con l’accordo firmato il 28 luglio 2009 (per presa visione, da sottoporre ai nostri associati) si chiude la vertenza con Eni, di gran lunga la più aspra e importante degli ultimi anni. Si chiude con il rinnovo dell’accordo economico, compreso il pregresso maturato dalla scadenza del vecchio contratto, l’introduzione della flessibilità contrattuale chiesta da Eni, accompagnata però da elementi di sperimentalità, garanzie (con il rinnovo per tutti dei contratti) e necessari ammortizzatori, riconfermando il quadro normativo in vigore. C’è di più: con l’accordo sottoscritto, che introduce un elemento di flessibilità che abbiamo contestato nelle forme iniziali in cui ci era stato proposto, esce rafforzato l’insieme delle norme che con grande lungimiranza e lotte sindacali abbiamo conquistato negli anni e che offrono certezze ai gestori sia in termini economici che normativi. Come ogni grande e seria trattativa non ci sono vincitori e vinti, ci siamo alzati dal tavolo lacerati, sapendo di aver lasciato qualcosa, ma altrettanto certi di aver preso e riaffermato qualcosa di importante.
L’accordo raggiunto ha probabilmente una portata storica per il nostro settore e per i gestori. Da oggi partono nuove relazioni con l’Eni che accompagneranno i gestori, che restano centrali nella distribuzione, nel futuro mercato concorrenziale. Questa era ed è la missione prioritaria dell’associazione a cui abbiamo assolto con la firma dell’accordo del 28 luglio. Dal nostro orizzonte, quello dei gestori, si sono dissolte le nubi nere di una prospettiva incerta in cui era sempre più probabile la discesa al dettaglio della stessa industria petrolifera. La distribuzione carburanti in Italia non farà la fine della distribuzione di altri Paesi europei: manterrà le sue peculiarità e tra queste quella di gran lunga più importante, questa rete ed il suo gestore. I contratti di commissione, le associazioni in partecipazione, le gestioni dirette, sono divenute ipotesi di forme contrattuali che possono considerarsi del passato. Adesso dipende da noi, associazione e singolo gestore, svolgere una funzione attenta e incisiva perché gli impegni assunti siano mantenuti e le cose scritte rispettate.
Dipende da noi mettere in campo professionalità e capacità negoziali. Dipende da noi, ancora una volta, continuare nell’azione di garantire il futuro delle nostre gestioni e per questo dobbiamo essere più forti e uniti. E’ giusto interrogarsi, il giorno dopo l’accordo, se Il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto e si possono avere opinioni diverse, ma guai a pensare che sia tutto nero o tutto bianco, in un caso o nell’altro commetteremmo un grave errore: rinunciare o sedersi. Questo è il momento, per tutti, di stare in piedi, schiena dritta guardando il futuro.