Il confronto è in una situazione di blocco delle posizioni, come si è registrato al tavolo ministeriale alla presenza del delegato del ministro on. Claudio Scajola, dr. Orefice, del Direttore Generale per l’Energia e le risorse minerarie, dottoressa Sara Romano, e della vice dottoressa Laura Vecchi.
L’azienda ha continuato a sostenere le sue tesi di intransigenza sulle modifiche contrattuali senza peraltro fornire chiarimenti e neppure risposte accettabili sul fronte delle aspettative economiche.
Le associazioni hanno ribadito l’esigenza di porre fine in modo chiaro ed inequivocabile alle associazioni in partecipazione e alle gestioni dirette, di sanare il pregresso in modo congruo e rinnovare l’accordo economico per il periodo 2009 2010.
L’azienda ha risposto con la riconferma di proposte economiche impresentabili e non commentabili, continuando a pretendere modifiche contrattuali importanti e sostanziali.
Il rappresentante del Ministero ha chiesto alle parti di continuare a confrontarsi sul merito delle singole questioni e a lavorare per trovare punti di contatto. In questo senso il dr. Orefice ha convocato nuovamente le parti per il 5 febbraio pv.
Del resto non sfugge al dicastero di via Veneto l’importanza e la centralità di questa vertenza nel panorama della distribuzione carburanti e le eventuali ricadute su tutto il sistema in termini di conflittualità.
Al momento tuttavia la trattativa sembra abbastanza difficile . Del resto non si può negoziare con una controparte che rifiuta qualsiasi apertura sulle questioni economiche e pretende invece di ragionare solo su modifiche di suo interesse. Né sembra percorribile la strada di controproposte che allungherebbero i tempi del confronto e neppure pensare di poter continuare con ulteriori e infruttuosi approfondimenti immaginando ipotetici avvicinamenti che allo stato non ci sono.
Per Faib, la condizione per rilanciare il confronto è che si sani il pregresso e si avvii da subito un confronto sulla parte economica. Poi si discute del resto.
Confermando la fiducia nel tentativo ministeriale di trovare un accordo da qui al 5 febbraio, per Faib, esaurita la fase del confronto istituzionale, non rimarrà che revocare la sospensione dello sciopero e andare alla chiusura degli impianti a marchio Agip, consapevoli di aver dato prova di alto senso di responsabilità verso le istituzioni, che ci avevano chiesto di sospendere le agitazioni in vista del tentativo di mediazione, e verso i consumatori, ai quali non abbiamo apportato disagi durante le festività. Ora il tempo è scaduto.
Per Faib, occorre respingere il tentativo dell’azienda di delegittimare le organizzazioni di categoria, di espropriare i gestori dei loro diritti, di aggirare le leggi dello Stato, di scaricare sui gestori il prezzo delle strategie della compagnia, di imporre attività collaterali anti economiche, di far pagare agli operatori della rete i disservizi e i costi della modernizzazione, di stabilire obiettivi senza dare ai gestori le possibilità concrete dell’operare in autonomia.
Su questa posizione Faib chiede alle altre organizzazioni di asciugare il terreno di confronto e condividere un Memorandum per la continuazione della trattativa, da consegnare al Ministero, articolato su tre punti:
1) chiusura del pregresso;
2) dichiarazione di disponibilità al confronto sulla parte della flessibilità sia contrattuale che economica condizionata all’abbandono da parte dell’azienda delle gestioni dirette;
3) linee guida per l’accordo 2009 2010 e definizione di un acconto in fattura.
Nel frattempo, e fino al 5 febbraio, continua lo stato di agitazione dei gestori AGIP che proseguono con la protesta dei prezzi liberi.