Nonostante le miriadi di iniziative per contenete i “prezzi” (come l’indagine deliberata in settimana dalla Commissione straordinaria controllo prezzi del Senato, v. Staffetta 29/01), tuttavia “c’è ancora tanto da fare”, come ha sottolineato Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità per l’energia. Perché “l’Autorità e la politica si trovano di fronte a un consumatore che chiede prezzi sempre più bassi e più qualità”. E qui subentra il secondo assioma: la parola prezzi è strettamente legata alla qualità, perché “l’utente – ha ricordato Ortis – la paga” ogni mese con la bolletta.
Tra mille problemi autorizzativi, burocratici e di approvvigionamento, che – come si è visto al workshop – toccano tutti i comparti dell’energia, qualche nota positiva sembra però intravedersi: l’Autorità prevede infatti “un ulteriore calo delle bollette di luce e gas nel prossimo trimestre”. E poi il mercato dell’elettricità, a differenza di quello del gas, sta recependo positivamente il processo di liberalizzazione avviato il 1° luglio 2007: “abbiamo già uno switching del 6%”. Purtroppo però – ha aggiunto Ortis – “sul gas questi numeri non ci sono” (dichiarazione che ha indotto il presidente di Anigas, Bruno Tani, a rimarcare che, se si guardano ai volumi, lo switch è elevato anche per il gas perché a cambiare sono state soprattutto le Pmi. Sul domestico invece – ha continuato Tani – c’è stato meno cambio perché le tariffe regolate dall’Autorità sono troppo basse).
Ma attenzione a brindare se i “prezzi” scendono oltremisura: se da una parte “prezzi” bassi portano benefici ai consumatori, dall’altra vi è il rischio che se si scende sotto una certa soglia molti investimenti diventino poco convenienti per le aziende, con i relativi “contraccolpi”, ha ribadito Pasquale De Vita, presidente dell’Unione Petrolifera. Riguardo al settore che rappresenta, “il più regolato al mondo”, De Vita ha ribadito che nella distribuzione carburanti “la competizione c’è. Si trovano prezzi che variano fino a 6/7 centesimi. Sul mercato c’è dunque movimento”. Anche se per ridurre il famoso “Stacco Italia”, “dobbiamo cambiare la struttura della nostra rete”. E qui è subentrata l’Antitrust, che con le sue due istruttorie sui prezzi dei carburanti, si è data molto da fare in questi anni – nel bene e nel male – per aggiustare le distorsioni della distribuzione carburanti italiana. Il direttore generale, Giovanni Calabrò, ha ribadito quello detto dal presidente Catricalà durante la sua ultima audizione (v. Staffetta 07/11/08): lo “Stacco Italia” permane ma si è attenuato grazie agli impegni presi dalle compagnie, soprattutto quello dell’Eni sull’Iperself. Però “i problemi strutturali permangono: la rete italiana continua ad essere doppia rispetto a quelle degli altri Paesi europei”. E poi “tutti i vincoli” che a livello nazionale si è cercati di togliere “vengono riproposti a livello regionale”. E questo – ha detto Calabrò – ha ovviamente “un impatto sui prezzi”.
Ma anche se apparentemente sembra tutt’altro argomento, in verità a pesare sui “prezzi” c’è anche l’ambiente. “Questo impegno sul clima con Bruxelles che attende il Paese richiede approfondimenti per contenere i prezzi dell’elettricità”, ha detto Francesco De Luca, direttore generale di Assoelettrica, che raggruppa il comparto che più risente delle nuove misure ambientali, quello elettrico. Anche perché “bisogna vedere quanto la progressiva riduzione del Cip6 (che pesa sulla bolletta, ndr) verrà ricompensata con i nuovi incentivi sulle rinnovabili per raggiungere gli obiettivi del Pacchetto 20-20-20”.
Se è vero tuttavia che gli operatori (che – ha evidenziato Ortis – “intascano soldi iper pubblici”), la politica e le Autorità hanno una grossa responsabilità in tema di prezzi (anche perché come ha sottolineato Carlo Andrea Bollino, presidente del Gse, l’Italia deve correre più degli altri Paesi per recuperare il gap), è altrettanto vero che il consumatore può giocare la sua parte. Innanzitutto perché – come ha concluso Lirosi – se si cerca, soprattutto per quel che riguarda i carburanti – “c’è una grande diversità di prezzi che arriva anche a 10 centesimi”. Allora “il problema è che il consumatore è un po’ pigro e troppo ‘fedele’ ai marchi”. E poi perché l’utente ha in mano la leva più virtuosa di tutte: quella dell’efficienza energetica, che – come ha detto Ortis – “fa immediatamente bene alle tasche dei cittadini".
Foto: Dott. Antonio Lirosi