L’Unione Petrolifera interviene circa la rete distributiva dei carburanti affermando di essere d’accordo “sull’elevato carico fiscale e l’arretratezza strutturale della rete distributiva” che rappresentano, secondo l’UP, “i due principali problemi che caratterizzano il mercato della distribuzione carburanti in Italia”, come emerge dall’Edizione 2015 dell’Indice delle Liberalizzazioni curato da IBL. “Il DDL Concorrenza all’esame del Parlamento – si legge nella nota dell’UP – prova a dare una prima risposta, per quanto parziale, al tema della ristrutturazione della rete.
Non siamo invece d’accordo con le affermazioni della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), apparse oggi su alcuni quotidiani nazionali (Corriere Economia e Affari&Finanza), che ritiene il mercato italiano chiuso e non concorrenziale”.
Secondo l’Unione Petrolifera, inoltre, “la liberalizzazione del mercato dei carburanti, riconosciuta peraltro dalla stessa Antitrust, è provata dalle molteplicità di nuovi operatori oggi presenti sul mercato, nonché dalla ampia competizione sui prezzi che caratterizza il territorio nazionale, come si può rilevare dall’Osservatorio Prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico”.
L’Italia, dal punto di vista del prezzo industriale dei carburanti, cioè al netto delle tasse, non solo è ormai allineata all’Europa, ma per la benzina il prezzo in queste due ultime settimane è risultato addirittura inferiore alla media europea.
“Risultano pertanto pretestuose le tesi sostenute dalla GDO – conclude l’UP – soprattutto laddove ritiene una barriera all’ingresso l’obbligo di assicurare sugli impianti un terzo carburante eco-compatibile (gpl, metano, gnl, ecc.), previsto da molte Regioni per traguardare gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti di cui si sta parlando proprio in questi giorni a Parigi”. Sulla stessa lunghezza d’onda il parere del Presidente della Faib Martino Landi che ha ricordato, “l’estrema verietà dei prezzi oggi presente sulla rete, le diverse modalità in servito e in self con differenza di prezzo molto significativa, il forte processo di ristrutturazione in atto: tutti i fenomeni insiti nella liberalizzazione in atto nella distribuzione carburanti ormai da tempo. La questione vera è data dal punto di osservazione: se il prodotto carburanti è visto come punto centrale ed essenziale del processo produttivo è un conto, e allora va inquadrato all’interno delle compatibilità economiche tipiche delle imprese; se invece è visto, come lo vede la grande distribuzione, come prodotto civetta, allora il quadro di valutazione cambia e porta con sé una serie di valutazioni ivi compresa la destrutturazione di un sistema distributivo di un prodotto di prima necessità a favore di due o tre multinazionali della distribuzione mondiale. Occorre che l’Italia sappia distinguere gli interessi strategici del sistema Paese da quelli di poche aziende private”.