Si è svolta nella giornata dell’11 novembre la prima udienza della vertenza tra Faib, Fegica e Figisc e la Tamoil di fronte al Giudice Dott.ssa Eleonora De Carlo del Tribunale di Milano.
Il giudizio si è aperto con l’invito del Giudice alle parti a trovare una conciliazione della controversia, risolutamente rifiutata dalla difesa di Tamoil.
A stigmatizzare la mancanza di qualsivoglia disponibilità al dialogo da parte di Tamoil, la mancata comparizione di alcun rappresentante della Compagnia (mentre, per le Associazioni di Categoria promotrici erano presenti i Presidenti Landi, Di Vincenzo e Micheli).
Anche la convocazione del MiSE è stata interpretata dalla difesa Tamoil come "non rilevante".
A quel punto il Giudice, acquisiti gli atti, ha aggiornato la nuova udienza al 25 febbraio 2016 per discutere del prosieguo della vertenza Tamoil la cui difesa appare ancorata a pretestuose e fantasiose ricostruzioni giuridiche e legali.
Ricostruzioni che vorrebbero porre la Compagnia al di sopra delle Leggi ma di fatto la pongono solo fuori dal quadro normativo speciale di settore, delineato inequivocabilmente dal D.Lgs 32/98, dalla Legge 57/2001 e dalla L.27/2012 e dal quadro delle relazioni industriali della distribuzione carburanti che nell’ultimo anno ha visto rinnovati gli accordi economici e normativi con Esso, Eni, Q8, TotalErg, mentre è proprio in queste settimane si è riavviata la negoziazione con Api-Ip.
I gestori Tamoil dunque dovranno attendere la nuova udienza per far valere i propri diritti e non vedersi più discriminati da una Compagnia che cerca in tutti i modi di sottrarsi all’obbligo della negoziazione e di voler utilizzare vantaggi di mercato improri derivanti dall’applicazione di condizioni contrattuali one to one, inique e discriminatorie, abbondantemente sotto le condizioni economiche medie di settore e persino sotto quelle stabilite dall’ultimo accordo scaduto ormai da anni, ottenute grazie allo spropositato squilibrio di potere contrattuale tra le parti. Una situazione di abuso di posizione palese e spudorata che auspichiamo al più presto la giustizia possa porre rimedio.