Arriva la razionalizzazione della rete dei carburanti con una stretta per quelli irregolari che devono essere chiusi e multe salate per chi non si atterrà alle nuove regole.
Dopo anni di tentativi, infatti, le Commissioni Attività Produttive e Finanze della Camera hanno approvato un emendamento al ddl concorrenza che punta a disciplinare la riorganizzazione della rete con la conseguente chiusura degli impianti che verranno considerati non compatibili e prevedendo anche una semplificazione per incentivarne la chiusura, valida anche per le pompe di benzina compatibili la cui chiusura viene rinviata dal titolare poiché troppo costosa.
Verrà dunque costituita un’anagrafe di tutti gli impianti di distribuzione carburanti in Italia, ampliando la banca dati esistente presso il Ministero dello Sviluppo Economico in materia di prezzi, con un’integrazione con le banche dati regionali e con i dati dell’Agenzia e delle Dogane e dei Monopoli, creando una banca dati accessibile a tutte le amministrazioni. Si punterà poi alla responsabilizzazione dei titolari per la verifica dell’insussistenza di fattispecie di incompatibilità dei propri impianti.
Sono previste multe da un minimo di 2500 fino a 7.000 euro per chi non invierà i dati richiesti "per ciascun mese di ritardo" rispetto al termine previsto di 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. E chi abbia dichiarato l’incompatibilità dell’impianto e non abbia provveduto entro 9 mesi alla cessazione dell’attività di vendita di carburanti le multe raddoppieranno (tra i 5mila e i 15mila euro) "per ciascun mese di ritardo rispetto alla data ultima prevista per la cessazione dell’attività di vendita".
Soddisfazione è stata espressa dal Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Simona Vicari. “Sono molto soddisfatta di questo risultato che mi vede impegnata da tre anni al Tavolo per la Razionalizzazione della rete di carburanti e che si conclude oggi con l’approvazione di questo emendamento” ha detto commentando l’approvazione.
Per Faib si tratta di un primo passaggio parlamentare che deve ancora concludere l’iter. Faib auspica l’approvazione definitiva in tempi brevi per chiudere una questione all’ordine del giorno del settore da 30 anni.
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