Con una telefonata anticipata ai presidenti di Faib, Fegica e Figisc, e confermata con una comunicazione ufficiale, Api-Ip, scusandosi del disguido per sopraggiunti e imprevisti impegni dei responsabili aziendali, ha rinviato a data da concordare il tanto atteso incontro tra le organizzazione di categoria dei gestori e l’azienda per proseguire la trattativa del rinnovo dell’accordo scaduto dal 2011.
Salta così anche l’incontro del 21 luglio a cui i comitati di colore guardavano per comprendere fino in fondo le reali intenzioni dell’azienda.
Una trattativa che di fatto non è mai iniziata, nonostante le dichiarate intenzioni dell’azienda, da 2 anni a questa parte, di trovare in tempi brevi un’ intesa che consenta ai propri gestori di rapportarsi, pur in un contesto di mercato difficile, con regole e margini certi, non depredati da trattative one to one e pratiche commerciali e di rendicontazione a dir poco bizantine. Comunque fatte in modo che è difficilissimo raccapezzarcisi.
Purtroppo, come già accaduto in passato, alla vigilia di ogni incontro, faticosamente calendarizzato, arriva la smentita: come a voler dilatare i tempi, mentre, nel frattempo, di intese one to one se ne fanno sempre di più, a dispregio delle norme vigenti e delle dichiarazioni di buone intenzioni con le quali la compagnia “assegna elevata importanza alle relazioni con le Rappresentanze Sindacali dei Gestori .
Api-Ip sta pericolosamente seguendo cattivi esempi e incamminandosi verso una strada che vede solo il contenzioso legale sostituirsi alla trattativa sindacale.
Non c’è altra spiegazione all’atteggiamento dilatorio e di sottovalutazione delle gravi omissioni in materia di relazioni sindacali, accompagnato da una robusta elusione del dettato legislativo in materia di condizioni economiche e normative, cosa che in passato non si era mai registrato in Api-Ip.
“Siamo fortemente preoccupati per la piega che va assumendo il confronto con la compagnia- dicono dal comitato di colore di Api-Ip- e siamo allarmati dall’atteggiamento del nuovo gruppo dirigente. Faib, nel contestare questo modo di operare aziendale, ritiene che siano scaduti i tempi del dialogo e salvo un cambio repentino delle decisioni, ritiene si debbano attivare tutte quelle procedure di denuncia e diffide a tutela delle gestioni a marchio. Valuteremo nei prossimi giorni se chiedere l’intervento del Ministero.”