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Parlamento Europeo, tetto alle commissioni sulle carte di credito

L’Europa affronta uno dei principali ostacoli alla diffusione della moneta elettronica ed annuncia una revisione dei costi delle commissioni bancarie sostenuti dal circuito distributivo.
Il Parlamento Europeo ha approvato, infatti, con una maggioranza schiacciante dei massimali che si applicheranno sia agli acquisti con carta di debito che con carta di credito.
Secondo l’atto approvato, per quanto riguarda le carte di debito – i pagamenti col bancomat, – il tetto alle commissioni che gli operatori commerciali pagheranno alle banche è fissato allo 0,2% della transazione. Quelle applicate ai pagamenti con carta di credito, invece, dovranno fermarsi allo 0,3%.
Nel corso degli anni le transazioni elettroniche sono cresciute enormemente fino a toccare i 100 miliardi di euro per le 760 milioni di carte in circolazione, gravando sulle imprese per circa 10 miliardi di euro. Una vera e propria miniera per il sistema bancario e per quello dei pagamenti elettronici. Che pesa enormemente sulla struttura distributiva
Nel settore della distribuzione carburanti – che non può sottrarsi dall’obbligo di accettazione – reso obbligatori per Legge, sopra i 30 euro – le commissioni imposte oscillano fra lo 0,60 e l’1.40% sul transato. Se consideriamo, infatti, il margine medio riservato al gestore, quest’ultimo sarà costretto a sborsare dal 25% al 56% del suo ricavo lordo. Un costo insostenibile
Ora finalmente l’Unione Europea prevede l’armonizzazione delle commissioni con una soglia posta fra lo 0,2% (carte di debito) e lo 0,3% (carte di credito).
Secondo i promotori europei – nel silenzio assordante e nella latitanza assoluta del Governo italiano, così attento a rinnovare e rottamare – i nuovi regolamenti, che dovrebbero entrare in vigore ad ottobre, andranno a tutto beneficio del sistema economico e dei consumi.
Conoscendo però la forza e la capacità persuasiva della lobby bancaria, però, non è detto che questo avvenga. E bisognerà anche vigilare perché non compensino – come già fatto durante la breve stagione della gratuità delle transazioni sulla rete carburanti per rifornimenti sotto i 100 euro – le ricche entrate perdute aumentando il costo dei servizi e/o dei canoni.

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