"E’ necessario che si giunga alla definizione di commissioni che promuovano effettivamente l’uso degli strumenti di pagamento elettronico presso gli impianti di distribuzione di carburante, dopo che è cessata la gratuità delle transazioni così come prevista con i primi Decreti Legge del Governo Monti".
A dirlo il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Senatrice Simona Vicari, rispondendo in Aula al Senato ad alcune interrogazioni.
"Infatti – continua il Sottosegretario – le banche, proprio sulla base della struttura differenziata dei costi riguardanti le commissioni applicabili ai sistemi di pagamento e alla luce dei provvedimenti adottati di recente, sono chiamate a differenziare tra carte di debito, di credito e micro-pagamenti, inferiori a 30 euro. Nel frattempo il MiSE è intervenuto con proprio Decreto nello scorso gennaio per introdurre l’obbligo per gli esercenti di qualunque attività commerciale ad accettare pagamenti con carte di debito per importi superiori a 30 euro a partire dal 30 giugno dello stesso anno".
"Ed a tal proposito – continua Vicari – presso il Ministero sono stati convocati Tavoli di confronto a cui hanno partecipato i rappresentanti del MEF e della Banca d’Italia, oltre che dell’ABI e dei gestori dei circuiti e sistemi di pagamento". "Adesso l’auspicio è che sia possibile giungere in tempi brevi a definire costi e commissioni tali da consentire di rafforzare l’utilizzo della moneta elettronica. Questo anche per garantire una maggiore sicurezza degli stessi operatori e delle attrezzature, i cui rischi sono aumentati proprio dal maggior ricorso al contante", conclude la Senatrice Vicari.
“Peccato – ha commentato il Presidente della Faib Martino Landi – che nella girandola di incontri il MiSE non abbia sentito anche i gestori carburanti che quelle commissioni pagano, risentendone pesantemente sui propri bilanci. Il Governo si adoperi per recepire al più presto in Italia gli orientamenti emersi in sede di UE tendenti a contenere il costo della moneta elettronica con azioni di armonizzazione allo 0,2% per le carte di debito e 0,3% per quelle di credito, così come il Parlamento più volte ha sollecitato”.