Vai al contenuto
Home » Faib, Fegica e Figisc alla X^ Commissione della Camera: forti critiche alla proposta di documento conclusivo della indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale

Faib, Fegica e Figisc alla X^ Commissione della Camera: forti critiche alla proposta di documento conclusivo della indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale

La realtà sulla rete carburanti è completamente diversa e necessita di urgente intervento di ristrutturazione

Con una nota unitaria Faib, Fegica e Figisc sono intervenute presso il Presidente della X^ Commissione, On. Epifani, e tutti i membri della stessa in relazione alla nuova bozza di documento conclusivo dell’indagine conoscitiva condotta dalla X^ Commissione Permanente sulla Strategia Energetica Nazionale.
Nello specifico la nota delle Associazioni dei gestori interviene a segnalare che la nuova bozza contiene un diffuso riferimento alla c.d. liberalizzazione delle forme contrattuali tra i proprietari degli impianti e delle autorizzazioni ed i singoli gestori nell’ambito della rete distributiva dei carburanti.
Faib, Fegica e Figisc a tal proposito hanno richiamato il quadro generale di fatto nel quale si svolge l’attività di distribuzione carburanti e l’evoluzione legislativa che regolamenta il settore, elementi che non possono essere separati senza comprometterne l’equilibrio giuridico ed economico.
Le tre Federazioni hanno precisato ai Rappresentanti Parlamentari che i rapporti sulla rete sono caratterizzati da un lato dalla proprietà degli impianti e dalla titolarità delle autorizzazioni generalmente identificabile nel fornitore in regime di esclusiva dei prodotti e, dall’altro, da un lavoratore subordinato, sia pure organizzato in forma d’impresa, nei fatti privo di autonomia rispetto alla determinazione del prezzo di cessione del prodotto e inserito stabilmente nell’organizzazione del proprietario/titolare di autorizzazione/fornitore in esclusiva.
Sulla base di questa strutturazione le norme specifiche di settore (D. Lgs. 32/1998, Legge 57/2001; L.111/2011 e 27/2012) sono intervenute in considerazione della particolare natura dei rapporti intercorrenti tra le parti operanti nel settore, che, peraltro sono stati stabilmente inseriti nel quadro della dipendenza economica e che la giurisprudenza considera essere in modo pacifico ed univoco rapporti di para-subordinazione. La richiamata normativa, proprio in considerazione di tale configurazione, ha introdotto e confermato nel corso degli anni forme di regolamentazione dei rapporti tendenti a salvaguardare, mediante una negoziazione assistita e gli accordi economici – la tutela della parte economicamente più debole nel rapporto contrattuale.
Il legislatore ha più volte confermato tale impostazione, ampliando anzi il quadro delle tutele poste a favore della parte più vulnerabile del rapporto negoziale, come si evince dall’Art.17, commi 2 e 3 della L.27/2012 laddove introduce la necessità di “assicurare al gestore condizioni eque e non discriminatorie” non in astratto ma “per competere nel mercato di riferimento”; e quando integra l’abuso di dipendenza economica, prevista dalla Legge 192/98, Art. 9, nel corpo normativo della speciale legislazione della distribuzione carburanti, in presenza di “comportamenti posti in essere dai titolari degli impianti ovvero dai fornitori allo scopo di ostacolare, impedire o limitare in via di fatto o tramite previsioni contrattuali, le facoltà attribuite dal presente articolo al gestore”.
Per Faib, Fegica e Figisc, a fronte di tale quadro economico e normativo, l’eventuale disapplicazione della norma sulla contrattazione collettiva, invocata per generiche e contraddittorie ragioni di mercato avrebbe come unico risultato non l’autonomia del gestore, ma la completa consegna del gestore alla volontà della compagnia/retista.
Per le Federazioni una tale ipotesi non potrebbe che trovare totale opposizione nella Categoria, oltre a definire profili involutivi rispetto alle libertà associative.
Per Faib, Fegica e Figisc il settore invece ha bisogno urgente di misure per la ristrutturazione della rete, con la finalità di allinearla agli standard di efficienza dell’Europa Comunitaria.
Infine le Associazioni dei gestori mettono per l’ennesima volta in chiaro che l’alto prezzo dei carburanti in Italia si spiega, da una parte, con la pressione fiscale, determinata da accise ed IVA, più alta d’Europa e, dall’altra, con il perdurare di uno squilibrio accentuatissimo tra prezzi rete ed extra-rete, del tutto ingiustificato, con una gravissima discriminazione tra competitors sullo stesso segmento e bacino di mercato a scapito dei consumatori, pratica condotta dagli stessi medesimi fornitori in esclusiva.
Come siano possibili tali stacchi è un mistero su cui le Autorità preposte farebbero bene a interrogarsi, anziché baloccarsi su ipotesi accademiche di liberalizzazioni.
In conclusione, Faib, Fegica e Figisc evidenziano che la questione del prezzo dei carburanti, in assenza di un esame completo del settore, non può giustificare misure che sarebbero gravemente pregiudizievoli per la parte più debole degli operatori, annullando qualsiasi residua capacità competitiva dei gestori.
Ci sembra che ogni volta che si giunge alla stretta sulla ristrutturazione della rete, con conseguente chiusura di migliaia e migliaia di impianti, salta fuori qualcuno che invece vuole fare l’ennesima liberalizzazione.

Leggi la Nota