Un tavolo di concertazione fra Associazioni, Comune, Regione e Compagnie petrolifere, per governare la transizione
A Torino e in Piemonte da dieci anni a questa parte è in costante diminuzione il numero dei benzinai: fra il 2013 e il 2023 è il calo è stato di circa il 30%. All’interno del settore della distribuzione c’è però stata una crescita relativa del numero delle stazioni di servizio gestite diversamente: le pompe “bianche” indipendenti dalle compagnie petrolifere, gli impianti “ghost” senza gestore e quelli governati direttamente dalle compagnie. È il segno di una crisi che sta investendo la figura del benzinaio come lo si è conosciuto sinora e che, nel frattempo, è alle prese con la transizione energetica e con una mobilità non più basata esclusivamente sui carburanti tradizionali.
Se ne è parlato durante il convegno “Il gestore carburante ancora al centro della mobilità del futuro?” organizzato dalla Faib-Confesercenti, l’associazione di categoria più rappresentativa dei benzinai: un’occasione di confronto a tutto campo al quale hanno partecipato i dirigenti nazionali e piemontesi di Faib, gli assessori regionali Vittoria Poggio e Matteo Marnati, gli assessori comunali Chiara Foglietta e Paolo Chiavarino, i rappresentanti delle principali compagnie petrolifere.
“I problemi della categoria – ha detto Giuseppe Sperduto, presidente nazionale di Faib-Confesercenti – riguardano sia l’aspetto contrattuale sia il nuovo contesto della mobilità. Purtroppo, negli ultimi anni è cresciuto il numero dei contratti a breve termine – di fatto irregolari – rispetto al modello classico dei rapporti fra gestore e compagnia: era quello del comodato che aveva una lunga durata e che consentiva alle imprese una sufficiente continuità. Ora le compagnie privilegiano contratti brevi e sempre più precari. I margini continuano a essere risicati: poco più di 3 centesimi al litro. In Piemonte oltre la metà degli impianti eroga meno di un milione di litri all’anno: è facile fare i conto su ciò che rimane in tasca al benzinaio. In questo contesto, la transizione energetica se non governata può rappresentare un rischio per la sopravvivenza stessa della categoria. E’ il principale motivo per cui Faib sta spingendo sul tasto della Riforma del settore che a questo punto è centrale per il futuro della rete e dei gestori stessi. L’obiettivo è duplice: da una parte rimettere al centro della mobilità le aree di servizio, con politiche che privilegiano la neutralità tecnologica, e dall’altra perseguire l’ evasione contrattuale, e per fare questo siamo pronti a ragionare su nuove tipologie, senza preclusioni, individuando strumenti idonei a garantire la stabilità d’impresa con durate e redditività idonee alla gestione di un servizio essenziale per la collettività” “I temi dibattuti a Torino – ha concluso Giuseppe Sperduto – condizioneranno il futuro di famiglie e imprese. La Faib vuole essere protagonista del cambiamento e rilanciare la figura del gestore come soggetto essenziale per un passaggio nella modalità di consumi energetici puliti e di mobilità sostenibile che si annuncia epocale. In questo senso, apprezziamo l’attenzione e la disponibilita dimostrata degli assessori presenti: è un ottimo punto di partenza“.
“Su queste tematiche proponiamo – aggiunge Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti Torino – l’istituzione di un tavolo di concertazione di cui facciamo parte le associazioni di categoria dei gestori, Comune, Regione e compagnie petrolifere. Alla politica chiediamo riposte certe sul nostro futuro: per questo abbiamo voluto che questa iniziativa, che festeggia il sessantesimo anno di fondazione della Faib, non fosse solo con un profilo esclusivamente celebrativo. Occorrono provvedimenti degli enti locali coerenti con la neutralità tecnologica e con la sostenibilità economica delle scelte che impattano sulla mobilità: non si può chiudere al traffico cittadino l’uso delle auto dalla sera alla mattina. Occorre gradualità delle scelte e le dichiarazioni degli amministratori intervenuti al convegno vanno nella direzione di una correzione delle politiche della mobilità urbana. Su questo il lavoro di Faib ha premiato: non più incentivi solo per l’auto elettrica ma anche per le motorizzazioni ibride e a basso impatto ambientale.Gli amministratori hanno riconosciuto che i controlli sui 204 impianti di Torino hanno fatto riscontrare solo tre casi di irregolarità, a testimonianza che i benzinai svolgono con competenza e serietà il loro lavoro a presidio del territorio e che Comune e Regione sono impegnati a sostenere la trasformazione degli impianti di distribuzione in luoghi di logistica e di servizi per i cittadini”.