Si sono riuniti a Genova i gruppi dirigenti di Faib e Figisc e dei rispettivi Comitati di Colore Eni Regionali per fare il punto sulla vertenza con la Compagnia di Stato, bloccata ormai da oltre due anni.
La riunione congiunta dei gruppi dirigenti ha duramente condannato l’atteggiamento della Compagnia.
Nel documento approvato dall’Assemblea dei gestori si legge: Dobbiamo far sentire la nostra voce perché il Ministero riconvochi l’Azienda e la obblighi a concludere l’accordo perché è una Compagnia pubblica che in questi mesi ha escogitato messe in scene varie e motivazioni strampalate per sottrarsi alla firma dell’accordo, spostando ogni volta più avanti l’asticella delle richieste onerose per i gestori con buona pace del Governo che continua a sollecitare passi in avanti nel negoziato.
Una situazione difficile che diventa ogni giorno più insostenibile, a cui occorre opporre una forte mobilitazione della Categoria a cominciare dai territori, perché è evidente che Eni non ha alcuna voglia di rinnovare l’accordo.
Eni vuole scaricare le sue incertezze e le sue contraddizioni sui gestori.
Strategie contraddittorie, crisi di mercato, incertezze dirigenziali, incapacità di progettare il proprio futuro, assestamenti e guerre interne, non possono essere pagate dai gestori né dai cittadini.
Fuori dall’Azienda coloro che spingono il modello Ghost, negazione del modello Eni Station: Fuori quelli che scommettono sui cluster e sulla discriminazione dei prezzi e che scaricano tutti i costì sui gestori. Bisogna resistere e rigettare il tentativo di espellere il gestore della rete per favorire eventuali migrazioni degli impianti verso "Gestioni innovative", per accontentare agenti che hanno lucrato sulle nostre spalle per anni e su quelle dell’Azienda.
Occorre mobilitarsi per il futuro della rete Eni, il ruolo del gestore, la redditività delle gestioni, l’intangibilità del margine, la necessità di garantire condizioni eque e non discriminatorie, a partire dalle grandi questioni fino a quelle di minor importanza, tutti problemi ai quali prestiamo la massima attenzione:
– acquisto diretto rotolini pos e poi il rimborso con procedure contorte
– cluster incredibili in stesse aree, anche a distanza di pochi km
– chiusura dell’assistenza con Fortech nel fine settimana, lasciando le gestioni senza aiuto
– lettere minatorie sul superamento prezzo massimo e per l’abbigliamento
– ritardi sui pagamenti dovuti al gestore; campagne promozionali, iperself, rimborsi multicard
– raccomandate per il ritiro delle attrezzature informatiche, thin client, stampante, ups, e-token
– smarrimento buoni cartacei da parte dell’Azienda e rivalsa sul gestore che non ha trattenuto le matrici
– gestioni storiche che hanno avuto bisogno di cambiare la ragione sociale e obbligati a rifare il corso gestori e corso valutazione personale rischiando anche la gestione del proprio impianto
– cali 2014
– carte rosse e problemi continui sui punti
– accanimento su gestori per controlli continui sulle giacenze
– manutenzione ordinaria al collasso e quella straordinaria inesistente (causa mancanza soldi)
Diciamo basta a questa situazione, abbiamo raggiunto livelli di guardia intollerabile. L’Azienda ha l’obbligo di ascoltare il disagio e il malessere dei propri operatori; Faib e Figisc rilanciano l’esigenza di giungere presto al rinnovo dell’accordo e alla risoluzione delle questioni denunciate, per evitare un distacco incolmabile e la relativa disaffezione verso la gestione degli impianti a marchio. Faib e Figisc intendono cogliere le esigenze che emergono e tradurle in iniziative sindacali, questo è il compito e questo è quello che Faib e Figisc della Liguria intendono fare, assumendosi la responsabilità di chi deve decidere.
L’alternativa è una lunga fase di decadenza, la perdita di ruolo del gestore, un prolungato conflitto sindacale, l’impoverimento di un patrimonio che i gestori Eni hanno concorso a costruire in anni di sacrifici e lavoro.
Per questi motivi chiediamo l’intervento del nuovo Amministratore Delegato perché rilanci il glorioso e amato marchio Eni.
Nel frattempo, in assenza di segnali chiari e inequivocabili di ripresa costruttiva del confronto Faib e Figisc proclamano lo stato di agitazione e annunciano per il giorno 9 Settembre 24 ore di chiusura degli impianti Eni.