Faib, Fegica e Figisc/Anisa con una nota unitaria hanno chiesto alle competenti Commissioni Parlamentari di Camera e Senato di essere ascoltate per illustrare la posizione dei gestori e richiedere un autorevole intervento di iniziativa parlamentare con una formale Audizione, finalizzata all’analisi delle problematiche che interessano la distribuzione carburanti, il sistema della mobilità su strada e il meccanismo di formazione dei prezzi per i consumatori.
Nella nota le tre Federazioni hanno evidenziato che il comparto è ormai da molti anni oggetto di ripetute riforme: dal 1998 data dell’ultima riforma con la quale il settore è stato "riassegnato" al regime di autorizzazione, si sono susseguite almeno una decina di interventi legislativi e almeno sei istruttorie o indagini promosse dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Tutti interventi che hanno finito per creare un "mercato abnorme" nel quale è difficile per chiunque orientarsi. Le Associazioni nel segnalare che al di là del quadro legislativo che regola il settore, quello che sta a cuore ad ogni automobilista è il "prezzo" al quale acquisterà un litro di carburante e la "comodità" con la quale potrà raggiungere il punto di rifornimento. E da questo punto di vista il risultato conseguito è stato l’aumento dell’opacità nel sistema di costruzione del prezzo dei carburanti e l’ulteriore polverizzazione della rete rappresentata dall’apertura di circa 6.000 nuovi impianti a fronte di oltre 4.000 chiusure che il settore aveva spontaneamente operato, con un progressivo invecchiamento degli impianti
Le Federazioni hanno segnalato che da un lato il mercato italiano è caratterizzato da una sorta di oligopolio nel quale gran parte della filiera è saldamente nelle mani dell’industria petrolifera: anche la distribuzione finale – direttamente (circa il 50%) o indirettamente l’altro 50% – è controllata da pochi soggetti che detengono il mercato degli approvvigionamenti, degli stoccaggi, della distribuzione e, conseguentemente, della formazione del prezzo finale al pubblico; e dall’altro che al gestore viene riconosciuto un "margine" lordo pro-litro inferiore ai 4 eurocent mentre ai c.d. no-logo vengono riservati – dalle medesime Compagnie che riforniscono i gestori – prezzi con 18/22 eurocent di sconto rispetto al prezzo di listino consigliato. La nota evidenzia ai Parlamentari, dunque, che è di tutta evidenza che il gestore non possa in alcun modo – anche rinunciando totalmente al suo margine lordo – competere sul mercato di riferimento. Nonostante la L. 27/2012 obblighi i fornitori a praticare condizioni di prezzo "eque e non discriminatorie".
Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno denunciato che tale procedimento non solo sta progressivamente impoverendo la nostra Categoria e la sta portando, velocemente, alle soglie del fallimento, ma sta determinando anche una significativa variazione dei tratti costitutivi della distribuzione carburanti nel nostro territorio, portando le Compagnie petrolifere finanche a non rispettare ciò che il legislatore ha previsto a tutela della parte contrattualmente più debole.
Le Associazioni dei gestori hanno inteso richiedere al Parlamento con forza una seria ristrutturazione di tutto il settore. Sotto questo profilo le Federazioni hanno anche richiamato l’esigenza di un chiarimento del quadro normativo generale all’interno del quale deve essere resa possibile una vera concorrenza e allo stesso tempo prevedere una fase di moratoria per consentire la realizzazione concreta della ristrutturazione della rete, considerato che i ripetuti interventi normativi così come gli interventi dell’AGCM non hanno favorito un mercato efficiente né una chiarezza sui prezzi per i consumatori.
La nota ribadisce, dunque, l’esigenza di un intervento finalizzato a riportare efficienza e redditività nel settore e invita il Parlamento a fare presto.