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Trattativa Eni e gestori: Faib, Fegica e Figisc chiedono al Ministro dello Sviluppo Economico l'attivazione della procedura di mediazione delle vertenze collettive

Faib, Fegica e Figisc non hanno perso tempo e, da poco insediato il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, le hanno inviato una lettera (e per conoscenza anche ai vertici di Eni), in cui chiedono di attivare la procedura di mediazione delle vertenze collettive nei confronti di Eni S.p.A. Divisione Refining & Marketing anche in vista dello sciopero proclamato per il 5 e 6 marzo prossimi.
Un’alzata di scudi motivata dall’irrigidimento improvviso della posizione di Eni per il rinnovo degli accordi collettivi. “Eni, azienda ancora ampiamente partecipata dallo Stato e leader del mercato – scrivono Faib, Fegica e Figisc nella nota congiunta – sta operando in vigenza di accordi collettivi scaduti già da due anni e due mesi e continua a sottrarsi all’obbligo che il legislatore ha più volte confermato nel corso degli ultimi 15 anni di negoziare con le nostre Federazioni le condizioni economico-normative che regolano i rapporti con i gestori”.
Il comportamento del Cane a sei Zampe, anche in considerazione del fatto che ha immediatamente ripreso ad aggirare la contrattazione collettiva, sembrerebbe perseguire lo svuotamento del quadro normativo e del sistema di garanzie imponendo nuove condizioni economico-normative individuali, gestore per gestore. E ciò che è peggio sono gli otto mesi di negoziato durante i quali Faib, Fegica e Figisc si sono rese sempre disponibili a condividere ulteriori sacrifici sul piano delle condizioni economiche.
Di contro, però, “Eni ha improvvisamente e immotivatamente irrigidito la propria posizione – scrivono ancora le tre Federazioni – chiudendo il Tavolo di contrattazione e rifiutando l’ennesima proposta di mediazione di parte sindacale che aveva già formalizzato due ipotesi di intesa ispirate alla logica degli accordi di solidarietà”.
Proprio a fronte di questo complesso quadro relazionale, Faib, Fegica e Figisc si sono viste costrette a proclamare lo stato di agitazione e mobilitazione, con la conseguente dichiarazione di sciopero dei gestori di impianti a marchio Eni/Agip per il 5 e 6 marzo. 

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