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Eni, trattativa interrotta. Faib: la rigidità aziendale all'origine del blocco

Dopo mesi di lunghe trattative e di fasi anche positive, il negoziato tra l’Azienda e Faib, Fegica e Figisc si è interrotto. Il confronto si è bloccato sia sui profili economici che normativi, a pochissima distanza dalle rispettive posizioni.
Davanti alla chiusura immotivata dell’Azienda, a Faib, Fegica e Figisc non è restato che prendere atto della volontà della Compagnia di interrompere il dialogo di fronte all’ennesima proposta di mediazione, avanzata in un contesto di difficili equilibri, nell’ambito dei quali la rappresentanza dei gestori aveva assunto su di sé l’onere di significativi sacrifici, nello sforzo di traguardare un accordo ritenuto importante per l’intero settore.
Nonostante, dunque, sacrifici e rinunce rilevanti in termini economici per i gestori della rete a marchio, Faib, Fegica e Figisc hanno dovuto registrare una posizione aziendale che risente di troppe contraddizioni, di cambi di strategie e di permanenti incertezze sulla direzione commerciale.
La Faib esprime profondo rammarico per l’occasione mancata e al tempo stesso formula l’auspicio che il lavoro prodotto – e su cui si è registrato condivisione – possa essere utile alle relazioni tra le parti per il prosieguo del confronto.
Si tratta di una battuta di arresto che apre una nuova problematica fase nelle relazioni negoziali ma che può anche consentire una pausa di riflessione sulle opportunità che il rinnovo dell’accordo può portare alle parti e al settore tutto, non solo per adempiere all’obbligo legislativi che impone il rinnovo dell’accordo economico-normativo, ma anche per fornire al comparto orientamenti ed indicazioni utili ad invertire le attuali e critiche condizioni del mercato di riferimento e a risollevare le sofferenze delle gestioni a marchio, un obbligo a cui nessuno può sottrarsi.