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"Senza Impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro". Sessantamila imprenditori in piazza a Roma

Venturi: “Basta usarci come bancomat, giù fisco”

Si è conclusa “Senza Impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”, la prima mobilitazione generale delle PMI, indetta dalle cinque Associazioni che compongono Rete Imprese Italia: Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti. Circa 60mila imprenditori del commercio, dell’artigianato, del turismo e dei servizi, provenienti da tutta Italia, si sono radunati in Piazza del Popolo per chiedere una svolta nella politica economica italiana. 
Alla Manifestazione sono intervenuti i Presidenti delle cinque Associazioni: Marco Venturi (Portavoce di Rete Imprese Italia e Presidente di Confesercenti), Daniele Vaccarino (Cna), Giacomo Basso (Casartigiani), Carlo Sangalli (Confcommercio) e Giorgio Merletti (Confartigianato).
“Oggi siamo qui per dire basta, per far sentire la nostra voce, per urlare la nostra rabbia”, ha detto Marco Venturi, aprendo gli interventi dei Presidenti di Rete Imprese. “Tanti, troppi nostri colleghi hanno perso tutto. Ben 372mila imprese hanno chiuso nel 2013″. Nel suo discorso Venturi ha sottolineato le “scelte politiche dissennate” su cui artigiani e commercianti chiedono di “cambiare registro”. Dalle liberalizzazioni “a danno delle imprese” alla “frenata del credito” al fisco: “Siamo tartassati dallo Stato con una pressione fiscale che per le nostre imprese tocca il 66% anche a causa di una tassazione locale senza limiti”; con i Comuni che “ci impongono tributi folli e non ci danno servizi adeguati”. Poi ancora. “Siamo oberati da controlli mentre l’abusivismo resta impunito”, “siamo abbandonati a noi stessi persino quando veniamo colpiti da alluvioni e terremoti”. Non ci arrendiamo, aggiunge: “Vogliamo difendere la nostra dignita’, il nostro lavoro. Il Governo e il Parlamento devono capire che senza di noi il Paese si ferma. Diciamo basta alla scorciatoia fiscale, basta usarci come una cassa continua da cui prelevare ogni volta che c’è bisogno”. Il sistema fiscale e tributario “ci soffoca e ci opprime”.