Una lettera congiunta siglata dai rispettivi Presidenti di Faib (Martino Landi), Fegica (Roberto di Vincenzo), Figisc (Maurizio Micheli), Grandi Reti (Giuseppe Gatti) e Assopetroli-Assoenergia (Franco Ferrari Aggradi) è quella inviata all’Antitrust in risposta alle osservazioni che l’Organo di Garanzia ha fatto pervenire alle sigle sindacali in merito allo schema del Contratto di Commissione firmato e presentato a Roma l’8 ottobre scorso.
Come noto la nuova tipologia contrattuale, condivisa dalle parti, si muove nella prospettiva di favorire le attività in una logica di crescita e di sviluppo intendendo mirare ad una maggiore flessibilità al settore e allo stesso tempo alleggerire il carico finanziario e l’esposizione delle imprese di gestione.
In questo senso le parti avevano sottoscritto l’Accordo, previsto dalla Legge 27/2012 (Decreto “Cresci Italia”) che ha integrato il quadro normativo di riferimento (D.lgs. 32/1998, l. 57/2001), per cominciare ad introdurre una nuova tipologia contrattuale – il Contratto di Commissione appunto – in alternativa all’attuale contratto di fornitura, unico fino ad oggi utilizzabile per sostanziare il contratto di affidamento in uso gratuito tra proprietari e gestori per la conduzione degli impianti.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva preso in esame lo schema del contratto rilevando alcune criticità relative alla clausola sulla fissazione del prezzo di rivendita e della fissazione della provvigione minima .
Le Associazioni firmatarie dello schema di Contratto di Commissione (Faib, Fegica, Figisc, Assopetroli e Grandi Reti) hanno fornito all’Antitrust le necessarie ed adeguate delucidazioni a tali criticità ribadendo l’intento a dare impulso il più possibile ad un mercato competitivo nel settore della distribuzione petrolifera, considerato che “il legislatore ha inequivocabilmente chiarito che la garanzia sotto il profilo concorrenziale risiede nell’obbligo del titolare dell’autorizzazione/fornitore di garantire, proprio con lo strumento contrattuale in questione, condizioni “eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento”.
Nel merito, le Associazioni hanno sottolineato, per quanto riguarda la clausola di fissazione del prezzo di rivendita l’inesistenza di particolari criticità sotto il profilo concorrenziale dalla previsione di riservare al committente la fissazione del prezzo. Nella nota Faib, Fegica, Figisc, Grandi Reti e Assopetroli sottolineano anche la propria disponibilità ad “accogliere l’invito a riformulare l’Articolato prevedendo la possibilità di discostarsi verso il basso dal prezzo di vendita fissato dal committente”. Per quanto concerne invece la fissazione della provvigione minima secondo le Associazioni “non è previsto alcun meccanismo automatico e traducibile in formule predefinite”. Le Associazioni, alla luce delle risposte fornite ai rilievi dell’Autorità hanno invitato l’Antitrust a riconsiderare le proprie valutazioni.
Prosegue nel frattempo il confronto con Unione Petrolifera per condividere un analogo schema di Contratto di Commissione. Con la rappresentanza delle Compagnie petrolifere il confronto ha registrato positive convergenze sugli aspetti centrali del nuovo schema anche se rimangono da affrontare ancora diversi profili non secondari per giungere ad una condivisione della nuova tipologia ai sensi dell’Art. 17 della Legge 27/2012 sulle liberalizzazioni. Il lavoro sin qui svolto tuttavia incoraggia il negoziato tra le parti e la possibilità di una intesa.