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Accise e consumi sui carburanti. Ulteriori aumenti sarebbero fortemente negativi per l'economia ed il gettito fiscale, studio Confesercenti: "Ad un aumento del 54% del prelievo è corrisposto un calo consumi del 21%"

Uno studio Confesercenti sugli aumenti delle accise sui carburanti ed in generale del prelievo fiscale dimostra che, ormai, ad un aumento della tassazione corrisponde un netto calo dei consumi.
Con un prelievo fiscale cresciuto del 54% in questi anni di crisi la flessione dei consumi ha toccato il 21%. La spesa delle famiglie è cresciuta del 50% e dal 2002 al 2013 il prelievo fiscale è aumentato di ben 176 miliardi di euro.
Lo studio Confesercenti ricorda l’uso delle accise in questi anni: da risorse utilizzate per le emergenze a gettito indirizzato a concorrere all’equilibrio dei conti pubblici.
In Europa questa escalation inarrestabile di accise ed Iva ha portato l’Italia a collocarsi al secondo posto per accise, al primo posto per prezzo alla pompa sulla benzina – 11,5% oltre la media europea – al secondo posto per carico fiscale complessivo, ovvero il 17% oltre la media europea. Ma non è diverso l’andamento del carico fiscale sul gasolio.
Per tali motivi la Confesercenti ritiene del tutto negativo un ulteriore intervento impositivo sui carburanti che aggraverebbe lo stato dell’economia senza vantaggi sul piano del gettito che sconterebbe una ulteriore riduzione dei consumi.

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