Con un intervento parlamentare, l’On. Ermete Realacci ha rivolto un interrogazione ai Ministri competenti in materia di Sistri.
Nell’interrogazione, che riportiamo nella sua interezza, l’On. Realacci denuncia il fenomeno legato al traffico illecito dei rifiuti pericolosi oltre alle trame malavitose che compongono il reticolo che ruota intorno alla gestione dei rifiuti in alcune aree del Paese.
L’interrogazione fa il punto dello stato d’attuazione del Sistri, denunciandone – dopo che per anni le Organizzazioni imprenditoriali lo hanno ripetutamente segnalato – il fallimento.
Sulla base di queste considerazioni, l’interrogante chiede ai Ministri competenti – quello dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico – se intendano valutare un rapido intervento legislativo per il superamento del Sistri, mantenendo nel frattempo il sistema preesistente, con eventuali integrazioni che ne garantiscano una maggiore efficacia, compreso quello sanzionatorio; se intendano adottare per il nuovo sistema di tracciabilità informatizzata gli indirizzi indicati unanimemente dalle 31 Organizzazioni delle imprese nella riunione del 20 giugno 2013; se non ritengano altresì utile che nella progettazione e sperimentazione del nuovo sistema siano coinvolte le Organizzazioni delle imprese.
Interrogazione scritta
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Al Ministro per lo Sviluppo Economico
Per sapere premesso che
secondo i dati del Rapporto Ecomafie di Legambiente il giro illegale di rifiuti in Italia è di almeno 4,1 miliardi di euro l’anno di cui 3,1 derivano da rifiuti speciali e un miliardo dagli appalti della gestione dei rifiuti solidi urbani nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa;
al 31 dicembre 2012, le inchieste per traffico organizzato di rifiuti ex. Art 260 D.lgs. 152/2006, sono ad oggi oltre 253, con 1.367 ordinanze di custodia cautelari, oltre 4000 denunce e 698 aziende coinvolte;
è urgente attivare un sistema di tracciabilità per la gestione e la movimentazione dei rifiuti da parte delle aziende che sia semplice, efficace e trasparente;
il SISTRI – Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti – è un sistema informativo voluto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per monitorare i rifiuti pericolosi tramite la tracciabilità degli stessi trasferendo in formato digitale i previgenti adempimenti documentali precedentemente svolti in forma cartacea e basati sul MUD – Modello unico di dichiarazione ambientale sul Registro di carico e scarico dei rifiuti e sul FIR – Formulario di identificazione dei rifiuti;
il predetto sistema si basa sull’utilizzo di due apparecchiature elettroniche: una cosiddetta "black box", ovvero un trasponder, da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per tracciarne i movimenti e una token usb da 4 Gb equipaggiata con un software per autenticazione forte e firma elettronica che viaggia assieme ai rifiuti, su cui sono salvati tutti i dati ad essi relativi;
sono obbligati ad aderire a tale sistema di tracciabilità: tutti i produttori iniziali di rifiuti pericolosi; tutti i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, da lavorazioni artigianali, da trattamenti effettuati sulle acque, da trattamento di rifiuti e costituiti da fanghi da abbattimento delle emissioni in atmosfera con più di 10 dipendenti; tutti i trasportatori di rifiuti speciali prodotti da terzi; i trasportatori di propri rifiuti speciali pericolosi; i gestori di impianti di recupero e smaltimento, gli intermediari e i commercianti di rifiuti senza detenzione degli stessi; i comuni e gli enti e le imprese che gestiscono i rifiuti urbani nel territorio della regione Campania;
il progetto SISTRI cominciò a prendere forma dal 2007 e che a maggio 2011, il cosiddetto "click day", cioè il collaudo generale del sistema voluto dalle associazioni imprenditoriali in vista dell’imminente partenza del sistema del 1° giugno dello stesso anno portò risultati al di sotto delle attese: un terzo delle imprese coinvolte registrò problemi nella gestione del sistema, a causa di malfunzionamenti delle apparecchiature elettroniche e di carenze del sistema informativo centrale che non è stato in grado di garantire l’accesso a tutti gli operatori;
stanti le notevole difficoltà di implementazione del sistema, l’interferenza del SISTRI con sistemi informatici in uso alle aziende, l’importante impatto che il SISTRI ha nel sistema di gestione aziendale per i soggetti che trattano di rifiuti sì è deciso, a più riprese, di rinviare l’entrata in vigore del sistema al 1 ottobre 2013, per le categorie relative ai rifiuti speciali pericolosi di cui al comma 1 dell’art.1. del DL. 83/2012 – Decreto Sviluppo, e al 3 marzo 2014 per tutti gli altri;
a questo proposito pare opportuno fare esplicito riferimento all’ultima Relazione sul redatta dalla “Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti” della XVI Legislatura che sottolinea come un’ulteriore proroga, che non può essere esclusa in linea di principio, dovrebbe essere considerata con precauzione. Dalla teorica piena operatività completa del sistema SISTRI nel 2010, dopo 3 anni di rodaggio, vi è stato sufficiente tempo per apportare modifiche e correzione al sistema: sulla materia Sistri vi sono stati ben nove provvedimenti normativi e ministeriali;
la sopraddetta Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti conclude la sua relazione con una presa d’atto del : “fallimento, almeno fino ad oggi, del SISTRI, per ragioni riconducibili non solo a una non corretta gestione delle varie fasi procedimentali, ma anche per un’opposizione più o meno esplicita dei vari operatori rispetto all’entrata in vigore del sistema;
viste le Conclusioni della consultazione delle organizzazioni delle imprese in materia di SISTRI approvate all’unanimità dai rappresentanti delle 31 organizzazioni delle imprese – consultazione avvenuta in data 20 giugno 2013 presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – che sottolineano come il continuo rinvio della effettiva operatività del SISTRI è esso stesso prova della non funzionalità operativa di questo sistema a causa proprio del suo eccessivo sovraccarico organizzativo per le imprese, che il termine operativo del 1 ottobre 2013, qualora fosse confermato, comporterebbe notevoli disagi alle diverse decine di migliaia di imprese e di operatori che producono e gestiscono rifiuti pericolosi; che i costi economici e organizzativi di tale avvio sarebbero rilevanti, in particolare in un momento di crisi e di difficoltà per le imprese se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano valutare un rapido intervento legislativo per il superamento del SISTRI, sostituendolo con nuovi criteri da affidare poi a normativa secondaria e mantenendo nel frattempo il sistema preesistente, con eventuali piccole integrazioni che ne garantiscano una maggiore efficacia, compreso quello sanzionatorio, data l’urgenza di dare una soluzione efficace al problema del contrasto allo smaltimento illegale di rifiuti;
se non ritengano utile censire e integrare i vari sistemi già esistenti sul territorio regionale;
se intendano adottare per il nuovo sistema di tracciabilità informatizzata gli indirizzi indicati unanimemente dalle 31 organizzazioni delle imprese nella riunione del 20 giugno 2013;
se non ritengano altresì utile che nella progettazione e sperimentazione del nuovo sistema siano coinvolte le organizzazioni delle imprese, che non comporti oneri aggiuntivi, che proponga misure di semplificazione per determinate categorie sulla base della individuazione di esigenze obiettive e che il nuovo sistema entri in funzione solo dopo essere stato collaudato.
Roma, 29 luglio 2013
Ermete Realacci