Si è tenuta a Genova martedì 26 marzo u.s. la riunione della Presidenza Regionale della Faib per esaminare lo stato dei rapporti con le Compagnie petrolifere sul territorio, la situazione sindacale e la preparazione dell’Assemblea Elettiva dell’Associazione di Categoria.
Nella sua introduzione illustrativa il Presidente Regionale Aldo Datteri non ha nascosto le difficoltà attuali del Sindacato, inteso come parte antagonista che consegue risultati utili a favore della sua rappresentanza.
La fase attuale è stretta tra l’operato di un Governo tecnico che formalmente sottoscrive verbali e protocolli, riconoscendo la giustezza e la validità delle richieste delle Associazioni Sindacali e dei gestori, e Compagnie petrolifere restie ad applicare gli accordi e a riconoscere le Leggi dello Stato. Il Governo dei tecnici in questo quadro si è rivelato debole o incapace nel pretendere il rispetto delle Compagnie petrolifere. E proprio le Compagnie petrolifere hanno marcato una involuzione conservatrice pesante, che si è tradotta in una ancora maggiore accentuazione della politica dilatoria delle trattative, preferendo l’introduzione unilaterali di modifiche commerciali nella rete, anche contro il quadro delle Leggi, che hanno gravato pesantemente sulle gestioni che oggi sono largamente in crisi.
Una situazione pesante e grave, anche nel non oil, che vede molti gestori in balia della volubilità commerciale delle Compagnie petrolifere che hanno raschiato ogni margine nei settori che prima consentivano un equilibrio economico degli impianti. Il risultato di queste scelte unilaterali produce seri problemi sulle possibilità di mantenere in piedi l’attività dei punti vendita, con i gestori che si sentono – nonostante l’attività sindacale – soli contro i giganti. La stessa iniziativa delle Federazioni, che non può non essere improntata a prudenza ed equilibrio nella tutela degli interessi collettivi, sembra essere attendista e persino impotente rispetto alla “casa che brucia”. Una percezione questa, ha detto il Presidente, che deve farci riflettere, anche autocriticamente se necessario, sulla nostra struttura e sul modo di fare sindacato, evitando di ripetere errori che certamente hanno offuscato l’immagine dell’Associazione. E’ bene ribadire che l’autocritica riguarda tutti, dai dirigenti agli associati, alla filiera, retisti e Compagnie petrolifere comprese, avendo dimostrato una miopia politica autodistruttiva finanche dei loro stessi investimenti e dei propri asset, con l’unico obiettivo della difesa del “qui ed ora”, tutta giocata sulla congiuntura e sulla guerra commerciale, anche a scapito di una risorsa essenziale per la rete come il gestore. E’ certamente un errore il rinvio o la modifica delle forme di lotta proclamate e poi non attuate, senza avere ricevuta nessuna contropartita concreta; il non essere stati capaci di pressare concretamente le Compagnie petrolifere sul tema del rinnovo dei contratti scaduti da tempo; il non funzionamento dei Tavoli tecnici. Questioni che non hanno dato un’immagine positiva nè hanno dato al gestore la sensazione di avere alle spalle una struttura forte in grado di opporsi alle quotidiane vessazioni che avvengono a suo discapito sugli impianti. In parte è passata l’idea che l’unico soggetto forte siano le Compagnie petrolifere, mentre le azioni sindacali, collocate in un contesto di rivendicazioni democratiche, non avendo prodotto nessun risultato, lasciano scontento e alimentano spinte che accentuano lo scontro.
Sull’introduzione del Presidente si è aperto un serrato e vivace dibattito che ha messo in luce un disagio crescente rispetto alle trasformazioni culturali e politiche, dell’adeguatezza di fare sindacato oggi, su cui occorre aprire una riflessione urgente cogliendo l’occasione della prossima Assemblea Elettiva che deve diventare anche momento di riflessione e rinnovamento dei gruppi dirigenti territoriali e nazionale.
Il Presidente Datteri, nel concludere la riunione, ha affermato che pur senza nascondere debolezze ed errori va riconfermata la fiducia nel gruppo dirigente attuale per l’impegno manifestato nel difficile lavoro di confronto con il Governo e le Compagnie petrolifere.
Ci sono importanti risultati conseguiti – ha ricordato Datter – come il mantenimento di una cornice di Legge – continuamente attaccata – a tutela della contrattazione collettiva e della dignità dell’autonomia del gestore; il rigetto dei tentativi – continui – di precarizzazione dei contratti di gestione; il riconoscimento del Bonus Fiscale in forma strutturale; l’inserimento nell’agenda pubblica della questione del caro banche; il rafforzamento del fondo indennizzo e la capitalizzazione del Cipreg; gli impegni scritti del Governo sulla non discriminazione e sull’intangibilità del margine.
Tuttavia si deve prendere atto della difficilissima situazione che si è creata, una sorta di punto di non ritorno e che c’è l’urgenza di riprendere a fare sindacato in maniera propositiva e coinvolgente, non disdegnando a priori momenti di lotta e di confronto forti con le controparti.
In questo senso il Presidente si è detto d’accordo sul fatto che le Assemblee Elettive dovranno essere un momento di costruzione delle basi politico-sindacali del futuro, ma anche momento di verifica e selezione dei nuovi gruppi dirigenti. Individuare nuove risorse umane su cui investire, e da inserire nel sindacato, a tutti i livelli, sarà la scommessa e la verifica della capacità di autorigenerazione dell’Organizzazione che sa recuperare il dialogo con i gestori, anche dal punto di vista imprenditoriale e della relativa e naturale redditività.
Il Sindacato dovrà avere la capacità e la forza di dialogare alla pari con le Compagnie petrolifere arrivando anche a decisioni estreme nel disdettare gli accordi (vedi fidejussioni e/o accordi di colore sul prezzo massimo) e proclamando forme di lotta che vadano ad incidere sulle trattative e sulle relazioni tra le parti. Incominciando da subito a mandare qualche segnale, proclamando una giornata di sciopero articolata per colore o per territorio e facendo diventare la giornata momento assembleare di confronto tra Sindacato e gestori, riaprendo un rapporto che si sta pericolosamente sfilacciando. Bisogna riprendere la via umile del confronto sul territorio, attivando e ridando motivazione partecipativa.