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Riunita la Giunta nazionale Faib

Urgente far partire il tavolo di filiera e varare le misure di riforma

 

La Giunta Nazionale della Faib riunita il 19 gennaio us ha  discusso della ripresa dei lavori e fatto il punto sull’agenda di settore, del programma di lavoro 2022, delle relazioni industriali e delle trattative aperte, del  Tavolo di settore, anche in relazione alla transizione energetica e digitale, della permanenza dello stato di crisi pandemico e degli impatti sul comparto.

La Giunta  ha svolto un ampio dibattitto sui temi all’ordine del giorno riprendendo le questioni aperte sul tavolo di settore indicando le priorità per la categoria. La discussione è partita dall’impellente necessità di riprogrammare un tavolo di confronto tra le Associazioni dei gestori e poi di filiera per discutere dei problemi della distribuzione carburanti italiana oggi più che mai in gravissima difficoltà.

Alla nota sovrabbondanza della rete, con 22.500 punti vendita e circa 100.000 addetti, corrispondono rispetto alla media europea, circa 10.000 punti vendita in più ed un erogato inferiore al 50%. Questi numeri, ben noti, fotografano da soli lo stato di crisi della rete nazionale ed evidenziano i ritardi e le contraddizioni di un settore che pur restando strategico per il paese scivola ogni giorno di più nell’irrilevanza per la politica e per l’economia. Per la Giunta Faib è evidente che l’approccio fin qui avanzato nella denuncia dei ritardi va quantomeno aggiornato. Accanto alla segnalazione sulla diffusa illegalità che ha pervaso la filiera (da una parte quella fiscale che si quantifica in circa il 30% del gettito totale di evasione di accise ed iva, pari a circa 10-12 miliardi di euro secondi fonti riferibili alla magistratura inquirente; dall’altra quella  contrattuale con circa la metà della rete condotta con contratti irregolari, con evasione contributiva per centinaia di milioni di euro, dequalificazione e insicurezza sul lavoro, precarietà di vita delle persone) occorre aggiungere che siamo in presenza di una rete vecchia, in alcuni casi fatiscente, inadeguata ad affrontare la transizione digitale ed energetica e a dare energia alla mobilità del futuro. Il tema della ristrutturazione e della chiusura degli impianti  va dunque declinato lungo il percorso di adeguamento alla transizione energetica e digitale, dettando una tempistica di adeguamenti tecnici e tecnologici stringente, accompagnando alla chiusura quelli che non riescono a tenere il passo della transizione, che ridisegni la rete in senso moderno e sempre nel rispetto della normativa ambientale e del codice della strada. Un paese moderno, proiettato verso la mobilità sostenibile e a zero emissioni non può reggere il peso e la portata di tale arretratezza, con tanti chioschi e chioschetti, zavorrata per di più da una diffusa e varia illegalità. I gestori Faib, come hanno dimostrato nel corso della loro ultima Assemblea elettiva, sono pronti a svolgere la loro parte per mettere il paese nelle condizioni migliori per poter contare su una rete moderna ed efficiente, ecocompatibile, ed in questo senso hanno presentato una proposta per incardinare la riforma nella duplice ottica di traguardare la transizione energetica in modo equo e sostenibile e della lotta all’illegalità, nel rispetto delle regole nazionali e comunitarie della libertà di stabilimento e della concorrenza. Per questo occorre quanto prima un tavolo comune delle Associazioni per giungere ad un tavolo di filiera che tarda ad attivarsi, per diversi profili di responsabilità non ultima quella delle iniziative in solitario.

Per Faib è fondamentale agganciare il settore alla strategia insita nel PNRR, resettare la rete e candidarla ad essere il riferimento centrale della mobilità futura; regolamentare il settore dal punto di vista contrattuale e professionale, operando meccanismi di automatismo normativo nei confronti di soggetti allergici al rispetto delle leggi e più abituati alla logica dei furbetti del quartierino.

La Giunta ha quindi lanciato l’allarme sulla crisi delle gestioni di fronte al “caro energia”, chiedendo un immediato intervento del Governo in grado di assicurare il contenimento dei costi che stanno gravando sulle attività di distribuzione dei carburanti, attraverso sgravi e /o ristori mirati. La distribuzione carburanti è una attività merceologica tra le più energivore e sulla quale stanno pesando molto i rincari energetici, che si stima possano incidere sulle tasche dei benzinai più che raddoppiando la loro incidenza. Nei fatti un’attività di distribuzione carburanti media è passata da una bolletta di gennaio 2021 di € 1.068 ad una bolletta di dicembre 2021 di € 2.511, registrando un +135%. Costi insostenibili cui si aggiungono anche l’aumento dei costi dei prodotti petroliferi, che rappresentano per i benzinai un ulteriore aggravio finanziario per l’acquisto dei prodotti in esclusiva dai fornitori, influendo sul decremento degli erogati al cui pro-litro è legata la remunerazione dei gestori. Per la Giunta Faib è urgente  un doppio intervento del Governo: uno a sostegno delle imprese in difficoltà e l’altro per la riapertura del tavolo di settore che affronti concretamente le prospettive di una ristrutturazione in grado di agganciare la transizione energetica e digitale del comparto, al servizio della mobilità del Paese.

Sulle relazioni industriali, gli intervenuti hanno rinnovato l’apprezzamento per l’Accordo Eni, che anche dal punto di vista dell’attuazione sta procedendo bene, e segnalato le problematiche della rete Esso, che presenta  una situazione diversamente articolata, con EG che tergiversa e adotta tecniche dilatorie per rinnovare l’Accordo economico, sia sulla rete ordinaria che su quella autostradale, con azioni inaccettabili come il richiamo ad accordi scaduti e superati a cui le Associazioni hanno già risposto con la disdetta delle parti in contenzioso; niente di nuovo sul fronte della Petrolifera Adriatica, avviata ad un lungo e oneroso contenzioso con i propri gestori, anche a fronte di ripetute condanne ad ottemperare all’Accordo Esso del 2014, in assenza di nuova intesa per la quale al momento non sembrano esserci le minime condizioni. Con Q8 le trattative sembrerebbero ad uno stadio avanzato di confronto che lascia auspicare possibili sviluppi, mentre in IP riemergono criticità che sembravano superate e che ci auguriamo la dirigenza della compagnia sappia portare a risoluzione come più volte assicurato. Scomparsa dal radar delle relazioni industriali la Tamoil verso cui le Associazioni chiederanno di nuovo al Mite l’apertura del tavolo di conciliazione.

A fronte delle problematiche emerse la Giunta ha deliberato l’organizzazione  di gruppi di lavoro tematici facenti capo ai Vice Presidenti incaricati di formulare proposte sui seguenti singoli temi:  Flavio Convento per formazione transizione digitale e PNRR;  Alessandro Broggi  regolamentazione attività non oil; Andrea Stefanelli Contrattualistica; Francesca Costa imprenditoria femminile; Martino Landi Cipreg e comunicazione; Antonino Lucchesi  Autostrade.

La giunta ha anche rivolto un augurio di buon lavoro al Coordinatore nazionale Gaetano Pergamo chiamato a ricoprire il ruolo di Presidente del Cipreg, assumendo l’impegno a sostenere lo sforzo per ampliare la base dei gestori iscritti.

In riferimento alle ultime iniziative la Giunta ha apprezzato il lavoro fatto in riferimento al pacchetto di richieste di proroghe approntato per le scadenze parlamentari, in cui è stato chiesto una dilazione di almeno 6 mesi per dare tempo alle Pmi di adeguare i registratori telematici e  perché il Parlamento e il Governo chiedano  all’AdE di concedere una proroga alla piccole e medie imprese a rischio di pesanti sanzioni; così anche per la richiesta di proroga concernente la questione dei contributi ottenuti dalle imprese e l’obbligo informativo di cui all’art.1, commi da 125 a 129, della Legge n.124/2017, sia in riferimento alle difficoltà interpretative emerse in riferimento ai “Contributi a fondo perduto COVID”, che per Faib non rientrano nell’ambito degli obblighi informativi, sia in riferimento ad altri aiuti come crediti d’imposta e commissioni bancarie  per i quali  sarebbe il caso di chiedere comunque chiarimenti e una proroga al 31 dicembre prossimo.