Il Comitato di Colore Nazionale Eni di Faib si è riunito presso la sede della Confesercenti Nazionale ed ha discusso delle scadenze degli impegni tra Eni e i gestori per la modalità Iperself h24, dei contratti di prestazione d’opera, del progetto ghost, del trasferimento degli erogati verso le modalità in self.
L’incontro del Comitato di Colore Nazionale ha fatto seguito alle riunioni provinciali e regionali dei comitati Faib, molto partecipati e dibattuti.
Gli intervenuti – pur apprezzando le correzioni di rotta che la Compagnia ha comunicato nell’ultimo incontro circa l’intenzione di proseguire con la modalità Iperself h24, applicando uno sconto base a tutti i gestori, senza contributo – hanno rimarcato la netta preoccupazione per l’andamento della redditività degli impianti di colore. La disponibilità a consentire la massima flessibilità e autonomia nell’applicazione di sconti superiori, in relazione anche a fasce orarie, compreso l’orario di chiusura, con la possibilità di recedere e/o modificare la propria adesione, non risponde alle attese dei gestori che reclamano l’intangibilità del margine. Su questo occorre precisare che la richiesta di partecipazione agli sconti si configura – dal punto di vista Faib – come una vera e propria operazione di decurtazione del margine gestori che quando si fa sistematica si prefigura come una violazione della norma disciplinata dalla Legge 57/2001, e come tale sanzionabile.
E’ una scelta commerciale che ove procrastinata potrebbe esporre l’Azienda ad azioni giudiziarie a catena.
Il punto centrale dell’attuale congiuntura è si la difesa delle quote di mercato e degli erogati ma è soprattutto la difesa della redditività delle imprese di gestione che sono state messe in difficoltà sia dalle campagne di sconto onerose che dall’introduzione delle nuove modalità in self che hanno spostato insieme ai litri anche i margini, depauperando i bilanci dei gestori. Ed è per questi motivi che il Comitato di Colore invita tutti i gestori prima di firmare qualsiasi proposta dove si richiede il contributo del gestore di fare bene i propri conti onde evitare di farsi del male con le proprie mani condannando al fallimento la propria gestione.
La correzione di rotta della Compagnia che recepisce, con 1 anno di ritardo, le osservazioni delle Associazioni e di Faib nel frattempo ha fatto notevoli danni, mettendo in difficoltà i gestori che non hanno più margini finanziari per operare. I rappresentanti dei gestori Eni hanno reclamato con forza che sarebbe il caso, una volta di più, che l’Azienda prima di procedere nelle tante trovate di marketing si confrontasse in modo serio e costruttivo con i gestori che vivono sulla strada a contatto con gli automobilisti e meglio di altri ne interpretano umori ed esigenze. Tante uscite pubblicitarie e tante iniziative di marketing non fanno una politica industriale.
L’indicazione emersa dal Comitato di Colore Nazionale Eni, recependo le valutazioni pervenute dal territorio, è di pesare bene, caso per caso, il rinnovo del rapporto posto a base dell’Iperself h24 ed in ogni caso, salvo diverse e più particolareggiate situazioni, di aderire solo al -5, senza dare adesioni a sconti superiori che richiedono una partecipazione onerosa, che per diversi aspetti è ancor più penalizzante economicamente della precedente edizione di h24. In questo senso si sottolinea che l’attuale campagna Iperself h 24 scade automaticamente il 31 gennaio c.a., senza alcuna necessità di disdetta o altro.
Il Comitato di Colore Eni ha rappresentato la forte preoccupazione che c’è tra gli operatori stremati per l’andamento delle vendite e per la contrazione dei margini che sono stati cannibalizzati dalle modalità in Self e in Iperself. La perdita di redditività sulle attività oil non è stata compensata da quelle derivanti dal Non Oil. Anzi, la spinta alla selfizzazione sta determinando una rarefazione dei servizi collegati alle vendite degli shop e delle attività collaterali in generale, dove si registrano perdite di fatturati mediamente nell’ordine del 30%. Su questo occorre che l’Azienda metta in atto politiche di sostegno, a scapito della rendita di posizione che in questo momento i gestori non sono in grado di sopportare, a partire dalla necessità di rimodulare al ribasso le politiche di locazione.
In questo contesto di crisi, di cali delle redditività e di assenza di liquidità, causate anche dalla politica della Compagnia che per difendere la propria quota di mercato non ha esitato a mettere in difficoltà economica le gestioni, non è condivisibile la richiesta avanzata di revisione dei valori delle fidejussioni.
Dal territorio è arrivata forte la denuncia di crisi di gestione sugli impianti meno strutturati. Da questo punto di vista, gli intervenuti hanno respinto la politica aziendale di procedere alla riconversione di detti impianti verso l’attività in modalità esclusivamente self sevice, sostanzialmente introducendo i ghost, in barba alle Leggi nazionali e regionali.
E’ ancora più irricevibile la proposta di Eni laddove essa va a fondarsi su una proposta iniqua ed incivile che, oltre a contrastare con la normativa prevista dalla 32/98, sull’affidamento degli impianti, e con quella introdotta con la 27/2012, sulle nuove tipologie contrattuali, prevede una serie di incombenze complesse e stringenti e dettagliate, a fronte di un misero riconoscimento economico che stride violentemente con i compensi principeschi che la compagnia riconosce ai propri manager.
Da più parti sono state evidenziate le contraddizioni di una strategia aziendale che da una parte utilizza la leva pubblicitaria in modo assai dispendioso – per centinaia di milioni di euro – per promuovere l’immagine di una Azienda a forte integrazione di impianti all’avanguardia, ultra moderni, assistiti e serviti, con erogazione di prodotti energetici diversi, multifunzionali, fortemente vocati alla territorialità e alla persona, e dall’atra persegue la scelta di retroguardia dei punti ghost – alla stregua dell’ultimo retista – che mina la credibilità del progetto e penalizza gli stessi investimenti sulla rete. Eni poi contraddice se stessa quando reclama la razionalizzazione della rete – con conseguente chiusura degli impianti a basso erogato – e invece di smantellare i propri pv improduttivi lavora per trasformarli in ghost. Si tratta di una scelta inaccettabile che mette in discussione i livelli occupazionali e causa la perdita di migliaia di posti lavoro. In questa direzione, il Comitato di Colore impegna la Giunta Nazionale Faib a porre all’attenzione delle forze politiche, impegnate nella Campagna Elettorale, il rispetto della legalità e delle leggi del settore e la salvaguardia dei posti di lavoro, soprattutto per le Società a partecipazione pubblica quale è certamente l’Eni.
Sgradevole e certamente fuori dal quadro normativo speciale che regola il settore è la proposta contrattuale di prestazione d’opera. Una proposta indecente, iniqua, elusiva sia della normativa sul lavoro che di quella della legislazione speciale esistente in materia di distribuzione carburanti, come puntualmente segnalato all’Autorità governativa. Una proposta che espone l’Azienda a contenziosi giudiziari e a danni incalcolabili. Una scelta interamente ed esclusivamente ascrivibile all’iniziativa della Compagnia che ancora una volta si è sottratta al confronto negoziale, unica sede a cui è riconosciuta la capacità normativa di individuare nuove tipologie contrattuali.
Il Comitato di Colore Eni Faib ha ri
lanciato la necessità di non interrompere il confronto e anzi di ricercare le motivazioni del negoziato, apprezzando la volontà dell’Azienda di ricercare spazi di competitività, per procedere al rinnovo della cornice contrattuale complessiva, sempre più necessaria per far fronte alle nuove situazioni di mercato.