Con una nota congiunta le Federazioni dei gestori Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio hanno chiesto ufficialmente al Governo di attivarsi verso Eni per l’apertura del tentativo di conciliazione delle vertenze collettive disposto dal D.Lgs. 32/98.
Le Federazioni dei gestori hanno denunciato al Ministero dello Sviluppo Economico, con una lettera a firma dei tre Presidenti indirizzata al Prof. Claudio De Vincenti, Sottosegretario di Stato e all’Ing. Gilberto Dialuce, Direttore Generale Energia MISE, “una ulteriore iniziativa assunta da Eni che sta adottando, in sostituzione dei normali contratti vigenti, un contratto d’opera ex Art. 2222 c.c. (cfr. allegato), attraverso la società Eni rete Oil&nonOil S.p.A., interamente controllata dalla medesima Eni.”
Nella nota si legge che “Tali strumenti vengono utilizzati per contrattualizzare alcuni gestori, in sostituzione delle forme contrattuali definite dalla Legge. (…)Si tratta dell’ennesimo atto grave che tale Azienda ha deciso di attuare, pure in spregio delle previsioni contenute da ultimo nella L. 27/2012, nonché del ruolo attribuito al Ministero dello Sviluppo Economico relativamente alla introduzione di nuove tipologie contrattuali.”
La nota continua segnalando che “Nel merito, poi, non sfuggirà come il modello contrattuale adottato vada nella direzione diametralmente opposta a quella che, spirito e lettera della Legge richiamata, intendevano perseguire: non solo è impossibile rintracciare elementi che favoriscano una maggiore autonomia contrattuale e commerciale del gestore nel rispetto di una apertura al mercato ed alla concorrenza del settore, ma si può ben dire che il gestore sia degradato a semplice “guardiano” del punto vendita, pur lasciando gravare sullo stesso ogni responsabilità rispetto all’Amministrazione ed al terzo.”
Faib Fegica e Figisc continuano mettendo in evidenza che “… il contratto adottato da Eni viola manifestamente le Leggi speciali che regolano il settore per ciò che riguarda gli elementi economici che dovrebbero essere regolati attraverso specifici accordi interprofessionali aziendali stipulati con le Organizzazioni di categoria, ai sensi della L. 57/01 espressamente richiamata nella normativa approvata nel 2012. Con ciò senza sottacere che tale contratto appare finanche in netto contrasto con la normativa che regola i rapporti di lavoro dipendente che, in modo surrettizio, viene aggirata nell’interesse della Compagnia petrolifera.”
Alla luce di questi nuovi elementi, quindi, le Federazioni “rinnovano la richiesta, con carattere di assoluta urgenza, che il Ministero dello Sviluppo Economico avvii immediatamente la procedura per il tentativo di mediazione delle vertenze collettive ai sensi del quadro normativo di riferimento vigente, già avanzata con la comunicazione del 20 dicembre scorso.”
Le Associazioni dei gestori, inquadrando la questione a livello più generale, non mancano di segnalare, come già fatto “in sede ministeriale”, che “è emerso con chiarezza come le Compagnie petrolifere non intendano, in alcun modo, dare esecuzione a quanto Parlamento e Governo hanno sancito ”ribadendo che" l’obiettivo perseguito (dal sindacato) è non solo di confermare, sul piano del diritto i contenuti delle norme approvate dal Parlamento, ma anche di riportare un minimo di “giustizia” in un settore nel quale i comportamenti dell’industria petrolifera sono improntati ad un’assoluta arbitrarietà.”